La presenza di Paolo a Tessalonica finisce per essere insopportabile per i Giudei. Il seguito che ottiene alimenta la gelosia dei Giudei e mette in pericolo la sua vita: «Allora i fratelli, durante la notte, fecero partire Paolo Sila per Berea».
La presenza di Paolo a Berea finisce per essere insopportabile per i Giudei. Le adesioni che Paolo ottiene, scatenano la reazione dei Giudei di Tessalonica che «andarono anche là ad agitare e a mettere in ansia la popolazione».
La presenza, la parola e i segni così grandi, compiuti da Gesù davanti a loro suscitano scetticismo e antipatia. Quelli che «tra i capi credettero in Gesù, a causa dei farisei non lo dichiaravano per non essere espulsi dalla sinagoga».
Insomma: Gesù è antipatico, quelli che credono in Gesù sono impauriti dalle conseguenze di dichiararsi a favore di un maestro antipatico, Paolo che si dichiara credente e apostolo di Gesù si rende antipatico ed insopportabile là dove predica ed invita alla conversione.
Probabilmente anche in università coloro che si dichiarano credenti in Gesù risultano antipatici. Ho pertanto pensato di scrivere un Manuale per non rendersi antipatici. Ho immaginato cinque capitoli, di cui qui mi lito a enunciare il sommario.
- Se non vuoi renderti antipatico evita di dire che Gesù è risorto: «Discusse con loro sulla base delle Scritture, spiegandole e sostenendo che il Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti». È una verità così lontana dai pregiudizi della gente che chi la proclama si rende antipatico. La gente – si vede – ama pensare di essere destinata a morire e a finire nel nulla. La gente – a quanto pare – preferisce essere disperata. Perciò evita di dire che Gesù è risorto e che noi con lui risorgeremo.
- Se non vuoi renderti antipatico evita di suscitare entusiasmo per la speranza cristiana. Paolo a Berea si rende antipatico perché i Giudei di quella città «accolsero la Parola con grande entusiasmo». La gioia, l’ardore, il canto e la danza per il Signore e per la sua parola disturbano la gente che preferisce lo scetticismo alla fede, la tristezza alla gioia, il malumore all’entusiasmo. Perciò non renderti antipatico facendo l’originale, esprimendo addirittura la gioia della verità quando in università si ritiene che per essere intelligenti sia consigliabile dichiararsi agnostico.
- Se non vuoi renderti antipatico evita di studiare le Scritture e di leggere i Vangeli. Paolo fonda la sua predicazione sulla base della sua esperienza, sull’incontro personale con Gesù e sulla base delle Scritture. Perciò si rende antipatico perché trova nelle Scritture la profezia di Gesù e della sua risurrezione. Perciò tu evita di scrutare le Scritture. Leggi i libri che vincono i premi, leggi i libri che sono in cima alla classifica dei libri venduti, leggi i libri degli autori preferiti, leggi i manuali dei corsi universitari. Meglio ancora: non leggere niente. Ma certo evita di leggere e studiare la Bibbia.
- Se non vuoi renderti antipatico evita di convincere le persone importanti e ricche. Alla predicazione di Paolo e Sila alcuni giudei furono convinti e «anche un gran numero di Greci credenti in Dio, e non poche donne della nobiltà». Fin quando ti dedichi ai bambini, ai poveri, ai malati, agli scarti della società, non dai fastidio a nessuno. Ma le persone importanti, le persone ricche, le persone che hanno autorità, quelle lasciale stare, perché quelle sono importanti per il sistema, per il potere, per la sinagoga.
- Se non vuoi renderti antipatico evita di insistere. Per esempio: Paolo ha predicato a Tessalonica e per mettersi al sicuro è scappato di notte. Perciò si potrebbe consigliare a Paolo: lascia perdere. La tua predicazione ti mette in pericolo. Evita di insistere. Ritirati in qualche luogo rassicurante. Rimani tra quelli che la pensano come te. Accontentati del tuo piccolo gruppo.
La condizione per non sentirsi strani a motivo dell’originalità di essere credenti in Gesù e nella sua risurrezione è quella di essere irrilevanti.
La condizione per evitare di essere antipatici è omologarsi alla disperazione ed alla rassegnazione: guardati ben dall’essere contento, entusiasta, desideroso di condividere la tua gioia e la tua fede. Chi credi di essere?
Ecco il manuale per non rendersi antipatici. In verità, a me sembra che sia un manuale di indicazioni noiose e deprimenti. Perciò il Giubileo ci aiuti a crescere nella fede, a praticarla senza esibizionismo e senza paura, a offrire a tutti motivi di speranza, anche a costo di renderci antipatici.

