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«Lo fece entrare nella nube oscura»

Festa della S. Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe Visita Pastorale (Decanato di Rho) Rho - Parrocchia S. Vittore, 26 gennaio 2025

26 Gennaio 2025

1. La Visita Pastorale

 La Visita Pastorale è l’occasione per dirvi: “Voi mi siete cari. Voi mi state a cuore”. Normalmente il Vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La Visita Pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La Visita Pastorale è l’occasione per esprimere e raccomandare la consapevolezza di essere parte della Chiesa di Milano, e di essere inseriti nella comunione cattolica. Siate consapevoli, siate fieri, siate disponibili per una vita della Parrocchia che sia inserita nella vita della città, nei rapporti con le altre Parrocchie del territorio, nel Decanato, nella Diocesi, che è la Chiesa locale nel suo mistero e nella sua configurazione reale, all’interno della Chiesa Cattolica.

La Parrocchia di San Vittore è il centro della città e un punto di riferimento per le iniziative cittadine. Questa storia antica e il patrimonio di sapienza, di spazi, di risorse comporta la responsabilità di aiutare, farsi aiutare, condividere risorse e iniziative, analizzare le problematiche e avviare percorsi di Vangelo

Dalla Relazione del Consiglio Pastorale emerge con evidenza che l’attività caritativa «fiorisce in tante iniziative, nel collegamento con altre attività caritative ecclesiali e non ecclesiali, nella stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche […]. Molti parrocchiani di San Vittore sono impegnati come volontari Caritas nelle realtà cittadine […]. Non mancano alcune difficoltà di dialogo e alcune gelosie, ma negli ultimi anni l’azione di coordinamento e di formazione aiutano tutti nella consapevolezza di un disegno unitario più ampio della Parrocchia stessa» (Relazione, p. 7). Altri aspetti della vita della comunità sono inseriti nella vita della città e del Decanato (per es. i giovani). È necessario apprezzare le forme di collaborazione che sono testimonianza di fede, di carità, di ardore missionario per le parrocchie della città e per la società civile.

La visita pastorale è il momento per ascoltare insieme la Parola di Dio, quello che il Signore vuole dire, oggi a questa comunità, nella celebrazione della Messa domenicale.

 

2. La nube oscura

 C’è in ogni storia una zona d’ombra. Ogni persona ha un segreto. In ogni famiglia, quale che sia l’apparenza, in ogni casa c’è – per così dire – una porta chiusa. C’è un angolo della vita, c’è un momento della vicenda di ciascuno che è avvolto dalla nube oscura.

Nella nube oscura sembrano prendere corpo i fantasmi e i mostri che spaventano. Nella nube oscura sembra che si confondano i confini tra il bene e il male. Si confondono i pensieri e la verità sembra inafferrabile. Nell’angolo in ombra, dietro le porte che restano chiuse c’è forse qualche cosa di cui le persone si vergognano, le cattiverie che hanno fatto soffrire le persone care, le prepotenze che hanno umiliato i deboli, le volgarità umilianti compiute in gesti, sguardi e fantasie, le ferite che ancora alimentano il risentimento, la rabbia.

Insomma la nube oscura è quella parte di sé o della propria vita di famiglia che mette a disagio, che si considera con imbarazzo e che genera tristezza.

 

3. Ma nella nube oscura il “faccia a faccia con Dio”.

Eppure nella nube oscura i discepoli docili al Signore riconoscono la presenza amica di Dio: «lo fece entrare nella nube oscura e gli diede faccia a faccia i comandamenti». La docilità al Signore chiama ad entrare nella nube oscura, a vincere la vergogna, il disagio, per andare oltre; chiama a considerare l’impotenza dei mostri e dei fantasmi per andare oltre, ad attraversare la confusione dei pensieri per andare oltre.

In questa immagine della nube oscura si può riconoscere l’invito o la vocazione ad andare oltre le apparenze, oltre l’immagine della persona ineccepibile, oltre l’immagine della famiglia perfetta, oltre l’immagine della comunità efficiente e vivace. Siamo chiamati ad andare verso la verità di noi stessi. Molti vivono in superficie, curano le apparenze, e forse temono di visitare la zona in ombra della propria famiglia o della propria vita o della propria comunità: temono di dover riconoscere di essere sbagliati, di essere indegni, inadeguati alla vita. Coloro che accolgono l’invito entrano nella nube oscura e dimorano nello stupore.

Nella verità più profonda di noi stessi non c’è il male, ma la gloria di Dio: solo nel mistero incontriamo Dio faccia a faccia, Dio misterioso e salvatore, Dio Padre, misericordioso. E noi siamo fatti a immagine di Dio: «Ti cercavo fuori di me, ma tu eri dentro di me» (s. Agostino).

Nella nube oscura i sogni sono visitati dagli angeli: «Ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse». Nel mistero della notte diventa evidente la vocazione di Giuseppe. Nella nube oscura un angelo di Dio viene a chiamarci e la nostra vita diventa una vocazione.

Nella nube oscura affondano le loro radici i sentimenti più profondi, quelli di cui parla san Paolo nella lettera gli Efesini: «amate […], siate rispettosi […], non esasperate […], onorate». Siamo chiamati a visitare la verità dei nostri sentimenti, la profondità del nostro intimo: per le relazioni in famiglia e nella comunità non bastano le buone maniere, il rispetto e l’indifferenza che non fa del male a nessuno e lascia ciascuno tranquillo. Siamo chiamati ad amare, quell’intima decisione che orienta la vita, che dispone anche al sacrificio.

Questa è la verità della nube oscura:

  • l’incontro personale con il Signore che visita le nostre tenebre e vi semina la luce;
  • l’ascolto della voce dell’angelo di Dio che chiama e affida un compito;
  • la sincerità del sentimento che si orienta a prendersi cura del bene degli altri.