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L’enigma e la rivelazione

Terza Domenica di Avvento . 70° anniversario dell’inaugurazione del Centro Studi dell’ENI, San Donato Milanese, Parrocchia S. Barbara - 30 novembre 2025

30 Novembre 2025

1. L’inquietudine

S’è diffuso un senso di incertezza, smarrimento, inquietudine. Dove stiamo andando? Che significano questi scricchiolii che si avvertono sempre più spesso nel sistema che abbiamo costruito in questi settant’anni? Come si devono interpretare quelle crepe nella casa, quella casa su cui si è invocata la benedizione di Dio, quella casa in cui si è tradotto in opere, lavoro, risultati l’idea di Mattei di una economia e di una attività aziendale in cui la coscienza religiosa non fosse separata dal lavoro e la necessità dei lavoratori non fosse separata dagli ordinamenti economici dell’azienda (secondo le parole dell’Arcivescovo Giovanni Battista Montini)? Dove si è compiuto l’auspicio dell’arcivescovo card. Montini che «in questa confluenza di pensieri e di ordinamenti si deve ritrovare la pace di un mondo nuovo»?

Il progetto si è rivelato un sogno? Le ragioni del profitto, le ragioni dei più forti, i progetti dei più potenti hanno definitivamente sconfitto le ragioni di un umanesimo personalistico, che si proponeva di mettere l’economia e l’attività produttiva a servizio del bene comune? E questa stessa impresa presuntuosa di imporre la legge del profitto rivela delle crepe che decretano il crollo del sistema? E l’impresa dell’egoismo prepotente si sta rivelando insostenibile, insopportabile, e, infine, disperata?

Considerando le crepe del sistema e avvertendo il rischio di crollo anche il saggio si inquieta e come il Battista dal carcere si domanda: «Sei tu che devi venire o dobbiamo aspettare un altro?». L’ideale originario che ha ispirato Mattei e che ha ricevuto la benedizione di Montini è stato dunque un fallimento?

 

2. La rivelazione

L’inquietudine di Giovanni sembra suscitare un certo disappunto in Gesù. Non dà una risposta, ma invita a considerare i segni che sono sotto gli occhi delle folle: i malati sono guariti, le miserie della gente sono visitate dalla misericordia di Dio che offre salvezza. L’inquietudine di questo tempo, il sospetto che la casa stia crollando, che il sistema nel complesso sia in pericolo ascolterà quello che Gesù dice? Vedrà i segni che Gesù compie?

Qual è il messaggio di Gesù? Il messaggio di Gesù è che il Regno di Dio non è un sistema che organizza e domina la realtà; il Regno di Dio non è una dominazione che esalta i buoni e manda in rovina i cattivi. Piuttosto, Gesù dice che il Regno di Dio è la mia sollecitudine per te, il mio prendermi cura di te, perché tu sia guarito e viva in pienezza. Il Regno di Dio è la mia presenza che chiede la tua risposta.

Mattei ha preso sul serio la responsabilità di fronte alla vocazione di Gesù e l’origine dell’ENI porta le tracce di questa ispirazione. Non la pretesa di creare un mondo perfetto, ma la dedizione per prendersi cura di quel pezzetto di mondo che gli era stato assegnato. Questa chiesa di santa Barbara è un segno che ci parla della ispirazione cristiana di Mattei, della sua convinzione che può esistere un’impresa prospera se al centro c’è il Signore, della sua vita che non vede contrasto tra essere uomo di impresa e uomo di preghiera.

Noi siamo chiamati a non lasciarci spaventare dalle crepe che minacciano la stabilità del sistema, ma a prendere sul serio la nostra responsabilità di dedicarci a dare al nostro mondo, quella piccola parte di mondo, un «nuovo ordine», secondo le parole del card. Montini. Sei un imprenditore? Ha responsabilità della tua impresa. Sei un insegnante? Hai la responsabilità del tuo insegnamento. Sei potente? Ha la responsabilità della tua potenza. Sei un pensionato? Hai la responsabilità della tua pensione e del tuo tempo. Sei un giovane? Ha la responsabilità della tua giovinezza.

 

3. Si compie la promessa, ma dov’è la gioia?

Con la presenza di Gesù, dunque, si compie la promessa di Dio proclamata dal profeta: «Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa […] Sì, canti con gioia e con giubilo. E vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete!  Ecco il vostro Dio: viene a salvarvi”. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa».

Ma se la promessa è compiuta, dov’è la gioia? Dov’è il popolo che canta e percorre la via del Signore? Ecco, forse questo è il primo segno che Gesù è venuto: la gioia nell’incompiuto, la fiducia nella promessa, la decisione definitiva nella precarietà.