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L’angelo Gabriele fu mandato a Nazaret

Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria, Milano, Duomo - 8 dicembre 2025

8 Dicembre 2025

1. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a Nazaret
L’angelo Gabriele era addirittura un arcangelo. Però, quando ricevette da Dio quella missione, si trovò smarrito: dov’è Nazaret?

2. Nazaret, la storia che non conta niente
Si rivolse quindi a uno dei sapientoni che si aggiravano nel firmamento, uno di quelli che hanno letto tutti i libri e sanno tutte le lingue: “Mi scusi, dov’è Nazaret”. Il sapientone rimase perplesso: “Nazaret non significa nulla: quattro case senza storia e senza gloria. Nazaret non ha niente di attraente o di memorabile. Certo non merita la visita di un arcangelo! Che ci vai a fare a Nazaret?”. L’angelo Gabriele rimase sconcertato della sapienza del sapientone che ne sapeva più di Dio, visto che Dio proprio a Nazaret l’aveva mandato.


3. Nazaret, la terra dei peccatori
Interrogò quindi uno degli scribi di Giudea: “Scusi, dov’è Nazaret?”. E lo scriba si mostrò subito contrariato: “Terra di miscredenti, terra di Galilea, terra sospetta. Che cosa può venire di buono da Nazaret? Li riconosci subito quelli che vengono da Nazaret per il loro dialetto da paesani. C’è gente che è capace di mangiare senza lavarsi le mani, c’è gente che non rispetta neppure il sabato. Gentaglia quella di Nazaret…”. L’angelo Gabriele non sapeva che cosa pensare: qualche cosa di buono doveva esserci a Nazaret, visto che aveva un messaggio così importante da recapitare.


4. Nazaret, la terra dei violenti
Incontrò persino un abitante di Nazaret, un galileo devoto di nome Giacomo: “Mi scusi, ma dov’è Nazaret? Com’è Nazaret?”. E Giacomo si infervorò: “Nazaret è la mia città, è sull’alto monte. Lì c’è gente seria, fedele alla tradizione, frequenta ogni sabato la sinagoga e legge le Scritture come si deve. Non abbiamo simpatia per le novità. Non possiamo ammettere che ci sia chi pretende di insegnare a noi. Siamo gente che ci mette poco a passare alle mani, se qualcuno comincia a criticare e a fare polemica. Se vuoi un mio parere non è facile abitare a Nazaret, se uno ha strane idee: c’è una rupe pericolosa…”. Gabriele fu addolorato per il tono perentorio e per il tratto aggressivo e antipatico di Giacomo cercò altrove.


5.
Nazaret, la terra dove tutto comincia
Si rivolse quindi al suo amico, l’arcangelo Raffaele, che conosce tutte le strade. E Raffaele gli rispose: “Nazaret è là dove tutto comincia. Là dove tutto riceve un nome, un nome nuovo, scritto su una pietruzza bianca, sconosciuto a tutti. Là dove ciascuno è chiamato per nome; non il nome scritto sui registri delle tasse; quello segreto: “piena di grazia”, “uomo giusto”. Anche i giorni si svegliano non per essere date di calendario; i giorni sono occasioni, sono grazie. Anche gli affetti a Nazaret sono delicate promesse d’amore.  Nazaret è là dove tutto comincia”.

 

Gabriele fu incoraggiato dalle indicazioni di Raffaele. Il suo incarico, infatti, era di portare l’annuncio che cambia la storia proprio là dove non c’è storia, proprio là dove c’è una storia sbagliata, proprio là dove c’è una storia immobile. Proprio a Nazaret è annunciata la gioia: «Rallegrati!». Proprio a Nazaret è annunciato il nome nuovo: «Piena di grazia». Proprio a Nazaret si compie la promessa: «Il Signore è con te». Proprio a Nazaret si rivela l’intenzione di Dio, che benedice ogni uomo e ogni donna di quelli che non sono numeri per le statistiche, ma «scelti prima della creazione del mondo per essere santi di fronte a lui nella carità». Perciò, si dice, chi vuole conoscere Dio e la sua volontà deve passare anche da Nazaret, là dove tutto comincia.