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La gloria di Dio come un fremito percorre la terra e abita i cieli

Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, Milano, Duomo - 15 agosto 2025

15 Agosto 2025

1. Non disturbateci, almeno a ferragosto

Non fateci discorsi impegnativi o inquietanti. Diteci le cose di cui siamo già convinti. Fateci discorsi per confermare la nostra disperazione e giustificare la nostra ricerca di evasioni. Diteci quello che sappiamo già: che il mondo va male, che la gente è cattiva, che i problemi sono insolubili. Almeno a Ferragosto, lasciateci tranquilli, non costringeteci a pensare, non invitateci a pregare. Lasciateci una parentesi di euforica infelicità.

 

2. C’è la buona notizia e bussa

Anche là dove non è attesa, anche là dove non è accolta con simpatia, anche là dove è considerata un disturbo inopportuno, la buona notizia bussa alla porta.

Si tratta di decidere che cosa fare. Andrai ad aprire con gioia, animato dall’intenso desiderio di una buona ragione per sperare? Farai finta di niente preso come sei dai tuoi affari, dai tuoi fastidi, dai tuoi divertimenti? Andrai ad aprire la porta irritato, per cacciare via la buona notizia con insulti e imprecazioni, perché consideri la buona notizia un venditore ambulante di illusioni, un provocatore che mette in discussioni il tuo pensiero e la tua vita?

 

3. Sono andato ad aprire con gioia.

Io, noi, siamo di quelli che all’annunciarsi della buona notizia abbiamo aperto la casa: entra, entra per favore, buona notizia! Porta un po’ di luce, nel buio, un po’ di gioia nella tristezza, un po’ di speranza nella disperazione! E infatti la buona notizia ha ascoltato la mia, la nostra preghiera. La buona notizia si esprime con tre parole.

Gesù è risorto, Gesù è vivo. È entrato nella morte, ma ha vinto la morte: «Dov’è, o morte, la tua vittoria?». È proprio Gesù la buona notizia! Gesù ha attraversato l’abisso, fino alle oscurità più spaventose e lì ha sconfitto l’abisso e le sue tenebre. Gesù è vivo e viene ad incontrarci, vuole fermarsi a casa nostra. Così si compie il segno del rito antico: «Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda». Gesù è vivo: vuole ascoltare le nostre confidenze, asciugare le nostre lacrime, avvolgere la nostra vita della luce della sua gloria.

Noi con Lui risorgeremo. Maria, la Madre di Gesù, vive il compimento della promessa, glorificata accanto al Figlio suo, accanto al Signore, in anima e corpo, per essere segno e promessa per noi tutti. Con Gesù risorto anche noi siamo chiamati alla vita, alla vita nuova, alla vita eterna, alla vita di Dio. La rassegnazione è smentita dalla promessa che si è compiuta in Maria. Noi crediamo alla promessa e partecipiamo fin d’ora alla vita di Dio. Viviamo di una vita gloriosa, perché la gloria di Dio è principio di vita nuova. Infatti, la gloria di Dio è l’amore che rende capaci di amare. E noi ci rendiamo conto che siamo capaci di amare.

Possiamo vivere nella gioia: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11,28). È praticabile la via della gioia, la via che Maria ha percorso, la via che noi possiamo percorrere. La parola di Dio ci dà la gioia misteriosa che è possibile anche in questa storia tragica e tribolata. La parola di Dio non è custodita in una’inaccessibile lontananza, non è imprigionata in una lingua incomprensibile, in un pensiero riservato agli specialisti. La parola di Dio è vicina, è rivelata a chi è semplice, a chi è disposto ad ascoltare.