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Gesù e l’angolo oscuro del cuore umano

Via Crucis – Zona Pastorale IV, Castano Primo, 8 aprile 2025

8 Aprile 2025

1. La cellula malata

Dov’è la cellula malata, la macchia oscura, l’angolo buio del mio cuore? Del cuore umano? C’è infatti da qualche parte la radice dell’albero cattivo.

Le persone, tutte le persone, sono buone, sono sane, sono fatte per far del bene, per amare e per essere amate. Eppure da qualche parte c’è una cellula malata. È solo una piccola cellula, un piccolo seme. La gente è buona. Anche fragile, anche imperfetta, anche disordinata, anche indisciplinata, ma buona. Anche la gente buona commette peccati, ma sono più debolezze che peccati, più distrazioni che peccati, più reazioni indisciplinate che peccati.

Ma la crudeltà? Ma la malizia? Ma l’odio? Ma l’abuso? Come può essere che gente per bene arrivi a compiere il grande male? Che cosa c’è nel cuore umano perché possa giungere a godere di far soffrire? Come si può comprendere che i soldati infieriscano su Gesù, mite e buono, con flagelli e corona di spine? Saranno stati anche loro brava gente? Forse in loro la cellula malata è diventata un cancro, una metastasi che ha invaso e rovinato tutta la persona, il cuore, la mente, le viscere?

Il grande male può dunque essere compiuto da gente per bene, quelli che incontro per strada, quelli che vanno in giro in giacca e cravatta, quelli che si incontrano al mare durante le ferie… C’è una cellula malata che può rovinare tutto l’organismo, c’è una radice pericolosa che può portare frutti avvelenati.

C’è forse anche in noi la cellula malata?

 

2. Gesù, vittima della crudeltà, può guarire la cellula malata

La passione del Signore racconta come gente per bene, rispettabile e autorevole, gente qualsiasi come i soldati e gente importante come gli anziani del sinedrio, gente vicina come un discepolo, come Giuda, possono compiere il grande male. La passione del Signore continua ad essere raccontata nei Paesi in guerra dove gente normale diventa crudele e ad essere raccontata tra le pareti domestiche, dove gente normale diventa violenta e rende impossibile la vita, fino a rovinarla, alla moglie, al marito, ai bambini.

Ma la passione del Signore racconta anche come il Signore visita l’angolo oscuro del cuore umano, entra in contatto con la cellula malata e può portarvi guarigione e salvezza. Può sradicare il principio del grande male.

Gesù guarisce la cellula malata, illumina l’angolo oscuro dove abitano i mostri, perché entra nel cuore umano con il suo silenzio, con la sua presenza inerme come uno che sta alla porta e bussa. È il Rabbì, il maestro che non comincia con la dottrina, ma con lo sguardo, la pazienza, la mitezza, il presentarsi inerme a colui che lo odia per recuperarlo all’amore, perché dopo averlo trafitto possa volgere «lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19,37; cf Zc 12,10). La via che Gesù percorre è quella dell’interiorità, del visitare il momento o il luogo in cui ciascuno è solo con sé stesso.

Lì, nell’intimo più inaccessibile, quando ciascuno rientra presso di sé, incontra lo sguardo di Gesù e sa di essere conosciuto, amato, stimato, perdonato, chiamato. E l’incontro con Gesù è principio di libertà: è restituita a ciascuno la libertà. Puoi scegliere di rispondere alla vocazione al bene. Con il dono dello Spirito Gesù libera, guarisce, rende possibile alla libertà di decidersi per il bene e di contrastare il male. La via che Gesù percorre è quella della libertà.

Ci vuole poi una disciplina, una vigilanza perché non ci siano recidive, perché la cellula malata non riprenda a insidiare la libertà. Infatti la via del male è scivolosa e chi si lascia andare può lasciare spazio a un male sempre più grande, la coscienza diventa ottusa e quello che la prima volta sembrava un’enormità con l’abitudine diventa tollerabile. Si comincia con uno schiaffo e si può arrivare fino all’insopportabile violenza, fino alla crudeltà. Questi soldati che torturano Gesù sono forse arrivati a questo abituandosi alla violenza come fosse il loro mestiere, trascinati dall’ambiente, dalla compagnia, dalle passioni.

Per contrastare la cellula malata, per illuminare l’angolo buio dobbiamo compiere lo stesso percorso dei discepoli addormentati nel giardino, ignari di quello che stava succedendo, e lo stesso percorso del centurione, che forse era tra i soldati della coorte e poi sotto la croce giunge alla fede: «Davvero quest’uomo era figlio di Dio» (Mc 15,39).

Possiamo dunque riconoscere quale sia la nostra “cellula malata” e chiedere al Signore di guarirci, per la via dell’interiorità, della libertà e della disciplina.