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«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi»

Celebrazione delle Esequie di don Fabio Fantoni

3 Novembre 2025

Ecco perché vanno i preti: perché sono mandati. Vanno anche se sono consapevoli di non essere all’altezza, di non essere adeguati, ma sono mandati e perciò vanno. I preti avvertono una specie di vertigine nel considerare quel “come” di Gesù, che mette insieme la missione del Figlio con la loro missione di uomini fragili e peccatori, ma sono mandati e perciò vanno.

Vivono in una gioia commossa quando considerano che Gesù si fida di loro, che la loro missione è una chiamata alla comunione con Gesù, che possono svegliarsi ogni mattina e ringraziare del giorno che inizia perché è giorno di missione, missione con Gesù, missione perché la salvezza di tutti manifesti la gloria del Padre. I preti si rallegrano, dunque, di essere mandati.

Vanno perché sono mandati: talora i preti sono popolari, applauditi da tutti, ringraziati per quello che fanno e che dicono. Sono esposti, come tutti, alla tentazione di esaltarsi. Ma poi sono richiamati dal “come” di Gesù e cercano di praticare lo stile e i sentimenti di Gesù: «Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve».

Vanno perché sono mandati: talora i preti sono impopolari, sono criticati da molti, circondati da ogni genere di pretese, umiliati dai confronti con gli altri che facevano questo e quello. Sono esposti, come tutti, alla tentazione di scoraggiarsi, di vivere di amarezza e di risentimento. Ma tengono fisso lo sguardo su Gesù che fa del suo corpo e del suo sangue un’offerta senza calcolo per la nuova alleanza e continuano a presentare il sacrificio della nuova alleanza, per continuare a dire a tutti quello che Dio vuole, quello che il Padre offre perché tutti siano salvati.

Non sono perfetti. Non sono al sicuro dalle tentazioni dei primi discepoli che discutevano su «chi di loro poteva essere considerato il più grande». Conoscono la tentazione dell’ambizione, dell’esibizione di titoli di vanto e di prestigio. Ma poi sono richiamati dal “come” di Gesù che «umiliò sé stesso per essere obbediente fino alla morte, la morte umiliante della croce». Perciò i preti vanno, perché sono mandati.

Talora sono incoraggiati da un contesto favorevole, ma loro vanno perché sono mandati.

Alcuni dicono: “Non andate; che cosa andate a fare? La gente, il mondo non hanno più bisogno di voi. La vostra parola è irrilevante. La gente di oggi ha tutto un altro modo di ragionare. Può fare a meno di Dio: figuriamoci se non può fare a meno dei preti”. Ma loro vanno, non perché sono attesi, ma perché sono mandati e sanno che c’è solo una parola di vita eterna, c’è solo una parola che perdona i peccati.

Alcuni dicono: “Non andate. Che vita è quella del prete? Sempre a farsi carico dei fastidi degli altri. Destinati a stare con tutti e a non essere di nessuno”. Ma loro vanno, non perché si aspettino gratificazioni e contesti affettuosi e benevoli, vanno perché sono mandati.

Come tutti i preti desiderano stare bene, vivere sereni e perciò, come tutti, talora hanno paura. Hanno paura della malattia, del soffrire, del morire. Ma tengono fisso lo sguardo su Gesù, su quel buio che avvolge tutta la terra. E sono convinti che anche il morire così fa parte dell’essere mandati come Gesù. Perciò pregano anche loro come Gesù ha pregato e continuano a fare della loro vita un dono, perché per questo sono mandati.

Di don Fabio si può ricordare il suo ministero come vicario a Cassina de’ Pecchi, a Milano a Mater Amabilis, Assistente spirituale presso la Polizia di Stato, Correttore per le Misericordie, vicario a Milano a S. Martino e SS. Nome di Maria, a Varese a S. Antonio Abate ed infine come Parroco in questa Parrocchia di Sesto San Giovanni, SS. Redentore e S. Francesco. Si possono ricordare le cose che ha fatto. Ma in sostanza si deve dire: è stato un prete. È andato perché è stato mandato. E perciò confidiamo che come ha servito la Chiesa in nome del Signore durante la sua vita terrena, possa ora partecipare della stessa gioia di Dio, in Cristo Gesù che l’ha chiamato e l’ha mandato e ora lo accoglie