1. L’animo umano, fatto per ospitare la pienezza
Non può vivere l’animo umano di vuoto. È fatto per essere abitato oppure posseduto. È travolto dalle passioni o rasserenato dalla pace. In ogni caso deve essere abitato. Lo abiteranno gli angeli oppure lo abiteranno i mostri. Saranno custodite le radici della speranza o il groviglio della disperazione.
Perciò si pone la domanda: che cosa abita nel tuo animo? Di che cosa si colma la tua intimità?
2. «Ricolmi di gelosia»
«I Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le parole di Paolo»: l’animo si riempie di rabbia e del desiderio di eliminare Paolo.
«Suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li cacciarono dal loro territorio»: l’animo posseduto dalle passioni impone le parole dell’opposizione, le parole ostili, l’atteggiamento del rifiuto.
Non possono cantare coloro che hanno l’animo ricolmo di gelosia: gridano, insultano, mormorano, sobillano: la voce, la parola diventano un’arma a servizio dell’intenzione cattiva.
3. L’incertezza
Nell’animo abitano le domande, le incertezze: «I capi hanno forse riconosciuto davvero che è il Cristo? […] Il Cristo quando verrà compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
L’incertezza tiene in sospeso, ama considerare i pro e i contro. Nell’osservare, nel considerare gli atteggiamenti degli altri trova motivi per non decidersi, per non prendere posizione.
Non possono cantare quelli che sono nell’incertezza, non possono esporsi, non hanno motivo né per acclamare né per insultare. Non cantano, fanno domande, discutono restano perplessi.
4. «Pieni di gioia e di Spirito Santo»
L’animo si riempie dello Spirito e della sua gioia quando accoglie l’annuncio della parola del Signore: «I pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore».
L’animo pieno di gioia è capace di cantare, di dare gloria a Dio, di rendere partecipi gli altri della sua gioia, di esprimere una emozione intensa e lieta. L’animo pieno di gioia ama cantare per partecipare alla gioia della comunità, per distinguere le celebrazioni solenni, per piangere con chi piangere e fare festa con chi è contento.
Solo un animo pieno di gioia può veramente cantare.
5. Dunque cantate e insegnate a cantare!
Per cantare e insegnare a cantare il primo passo è quello di avere un animo pieno di gioia e di Spirito Santo. E anche insegnare a cantare richiede cura non solo per la voce e per le parole, per gli aspetti tecnici ed il coinvolgimento della comunità, ma anche per lo stato d’animo dei presenti.
La difficoltà a cantare nelle nostre assemblee più che essere un segno di incompetenza è un sintomo della tristezza, della perplessità, dell’incertezza di discepoli. Quello che guarisce l’animo ostile o incerto non può che essere la parola che viene da Dio, che disseta l’animo umano e scaccia i mostri e le paure con il vento amico dello Spirito.

