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Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove

Funerale di don Ivano Santilli, Laveno, Chiesa di Sant’Ambrogio - 21 febbraio 2024

21 Febbraio 2024

Può apparire incredibile, ma il fatto è che sulla terra continua a esserci vita, a esserci amore, a esserci gioia. Sì, proprio su questo pianeta affaticato, sfruttato, rovinato, proprio su questa terra di guerre e di crudeltà, di indifferenza e di arroganza continuano a vivere i figli degli uomini, continuano a desiderare di essere felici.
Ciò che rende possibile continuare a vivere, ad amare, a sperare è l’amore con cui Dio ama i suoi figli, è lo Spirito di Dio che il Crocifisso risorto ha effuso sui suoi discepoli: come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi. I discepoli hanno ricevuto lo Spirito di Gesù e da allora, dalla Pasqua di Gesù, continuano a percorrere la terra e a renderla abitabile.

I discepoli di Gesù sono miti: non si impongono, non pretendono di essere considerati, non cercano di essere applauditi. Non si danno importanza.
Sono miti e forti.
Resistono nelle fatiche, resistono nelle situazioni complicate. Le situazioni sono complicate, ma loro, i miti sono semplici: fanno il bene possibile.

Resistono. Anche nelle prove della vita, anche nelle malattie, resistono: non sono eroi che esibiscono la loro forza, ma piuttosto accettano la loro debolezza e continuano a fare il bene possibile; non si ritengono invincibili, piuttosto riconoscono le loro sconfitte e resistono.
Resistono, non per compiere imprese clamorose, ma per compiere il bene possibile, dare un pane a chi ha fame, dare da bere a chi ha sete, ospitare chi è senza casa.
Resistono nel fare il bene e rivelano di attingere una sorprendente resistenza dallo Spirito che hanno ricevuto.

I discepoli di Gesù sono miti e sono lieti. Offrono sempre il loro sorriso e incantano. Seminano sorrisi là dove sembra che possa abitare solo la tristezza e il pianto. Il loro sorriso conforta, incoraggia, commuove. Regalano sorrisi e dicono a chiunque incontrano: sono contento di vederti, mi fa piacere incontrarti. Sanno che talora sono impotenti: non possono fare niente, non possono risolvere il problema. Ma sorridono e rendono possibile anche ad altri di sorridere e riconoscere una scintilla di luce anche nel cuore delle tenebre.
Sorridono e rivelano di attingere una loro misteriosa letizia dal dono dello Spirito che hanno ricevuto.

I discepoli di Gesù sono miti e sono lieti e sono puri di cuore. Faticano solo per servire. Non cercano riconoscimenti, risultati, guadagni. Si alzano ogni mattina e non si propongono altro che di servire, di abitare la vita come occasione per amare e per essere amati. Sono riconoscenti per tutto quello che ricevono, offrono quello che possono con la naturalezza di chi vuole solo amare ed essere amato. Sono puri di cuore: non hanno ambizioni, non si propongo mete da raggiungere. Danno una mano se possono. Non pretendono nulla.

Sono puri di cuore e rivelano di attingere un principio di intima coerenza dal dono dello Spirito che abita in loro.

I discepoli di Gesù sono miti e sono lieti e sono puri di cuore e pregano. Hanno imparato a conoscere Dio nelle confidenze di Gesù e perciò pregano il Padre con confidenza. Pregano, per ringraziare: riconoscono aver ricevuto tutto. Pregano per intercedere: vogliono bene a tante persone e si riconoscono inermi di fronte a molte sfide, ma si fidano del Signore e pregano. Pregano per affidarsi: sanno di essere poveri peccatori, così inadeguati alla missione ricevuta e pregano.
Pregano per pregare: nel rimanere in Gesù e nel Padre trovano un’indicibile pace e pregano.
Pregano e rivelano di attingere infinita confidenza e consolazione nel dono dello Spirito di Gesù.

Viene il tempo in cui i discepoli di Gesù arrivano a bussare alla dimora eterna e li accoglie un abbraccio beatifico: voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove.
Ecco che cosa possiamo dire di don Ivano: è stato un discepolo di Gesù, uomo di preghiera, mite, lieto, puro di cuore.
Mi immagino però che don Ivano si sente imbarazzato quando ascolta la parola di Gesù: “Tu sei quello che ha perseverato con me nelle mie prove: e io ho preparato per te un regno e siederai in trono a giudicare le dodici tribù di Israele”. Mi immagino che don Ivano dirà al suo Signore: no, Signore, non farmi sedere sul trono, lasciami stare con i miei amici, lasciami vivere per l’eternità con i poveri, consentimi di vivere mite, lieto, puro e questo solo sia il mio paradiso: rimanere con te.