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Una storia abitata dalla promessa di generazione in generazione

Anniversario della morte di don LUIGI GIUSSANI e del riconoscimento della Fraternità di Comunione e Liberazione, Milano, Duomo – 26 febbraio 2024

26 Febbraio 2024

1. La storia è abitata dalla promessa

Anche se i discorsi abituali suggeriscono la rassegnazione all’inevitabile declino, anche se la cronaca convince alla desolazione per l’irrimediabile prevalere dell’ingiustizia, anche se le statistiche e le impressioni dicono di una società sterile, senza futuro, la Parola annuncia che la storia è abitata dalla promessa che Dio giura ad Abramo: e ti renderò molto molto fecondo …stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te.
Dio è alleato fedele di Abramo e della sua discendenza e il Signore Gesù ha dato compimento alla promessa versando il suo sangue per la nuova ed eterna alleanza.
Dio è affidabile e coloro che credono nel Padre del Signore Nostro Gesù Cristo vivono nella fiducia, camminano nella fede e sanno che Dio compie la sua promessa.
Noi professiamo la nostra fede: ci fidiamo di Dio e non ci lasciamo abbattere come coloro che non hanno speranza. Leggiamo la storia per riconoscere i segni della fedeltà di Dio. Anche la vicenda di Mons Giussani, come quella di tanti testimoni che abbiamo conosciuto, diventa un segno che Dio continua a operare per vie che non ci aspettiamo, in contesti che appaiono improbabili. Così negli anni in cui risultava scontato e quasi obbligatorio contestare la Chiesa e ritenere inaccettabile il messaggio e inutile il riferimento a Cristo, don Luigi Giussani si è presentato nella scuola pubblica per suscitare un nuovo ardore nel riconoscere in Cristo il compimento dell’umano.
Nella storia abita la promessa perché Dio è fedele e la gratitudine e ammirazione per don Giussani ci ha radunati per riconoscere i segni della fedeltà di Dio nella fecondità meravigliosa del carisma che Dio ha affidato a don Giussani. Noi tutti, in particolare coloro che si riconoscono partecipi della storia di Comunione e Liberazione e quindi si ispirano al carisma di don Giussani abbiamo la responsabilità di essere testimoni di una promessa affidabile che non riguarda esclusivamente il moltiplicarsi degli aderenti al movimento, ma della fecondità della Chiesa compimento delle promesse di Dio, reso possibile dalla Pasqua di Gesù.
Nella storia abita la promessa e le vicende di tanti uomini e donne di Dio incoraggia la nostra fiducia: Dio è fedele! Noi crediamo in Dio! E camminiamo nella fede chiedendo il dono della pazienza di coloro che ancora non vedono e chiedendo la santità di una appartenenza senza pentimenti, di una gratitudine senza pretese, di un discernimento semplice per riconoscere l’opera che oggi Dio compie per noi.

 

2. Le tentazioni che insidiano l’affidamento alla promessa.

2.1 Lo scandalo dell’occhio destro
La tentazione dell’occhio destro è quello di guardare in modo da scandalizzarsi: lo sguardo del sospetto, lo sguardo della malizia, lo sguardo del disprezzo.
C’è infatti anche per coloro che sono eredi della promessa di Abramo la tentazione dell’occhio destro: si sente nel giusto, migliore degli altri e perciò in diritto di giudicare agli altri come ingiusti. Considera quello che succede e si scandalizza: dove andremo a finire? Si dimentica della benevolenza e della misericordia e condanna il peccatore a motivo del peccato, dichiara inaccettabile un fratello perché è inaccettabile il suo comportamento.
Nell’ardore per il bene che è naturale per ogni momento sorgivo di un movimento, di un carisma, di una iniziativa si insinua il pericolo dello scandalo dell’occhio destro cioè di presumere di un certo monopolio della promessa di Dio.
La sincerità della fedeltà alla Chiesa di don Giussani ci aiuti a togliere vie lo scandalo dell’occhio destro, cioè a guardare con benevolenza ogni fratello, ogni sorella, ogni stagione della vita della Chiesa che ci è dato di vivere.

2.2 Lo scandalo della mano destra
La tentazione della mano destra è quello di diventare motivo di scandalo perché invece di aprirsi per donare si chiude per trattenere, invece di offrirsi per scambiare la pace si ritrae ostinatamente per dichiarare una estraneità.
In ogni comunità, in ogni contesto ecclesiale, può insinuarsi uno spirito di divisione, un aggregarsi che esclude, uno stringere alleanze che crea una specie di complicità per contrastare altri.
Le divisioni, le mani che non si scambiano la pace sono uno scandalo per gli eredi dell’unica promessa di Dio.
La coesione che la personalità autorevole di don Giussani ha assicurato al Movimento continui a essere principio di unità per escludere lo scandalo della mano destra.

2.3 La tentazione della donna straniera
La tentazione della donna straniera è l’insinuarsi della seduzione che induce a diffidare della promessa di Dio. La donna straniera rappresenta ogni seduzione che promette miele e poi fa bere assenzio: è la tentazione di quello che è estraneo alla sapienza di Dio. La donna straniera seduce con la tentazione del potere, della ricchezza, del prestigio sociale. La donna straniera è quella che ti autorizza a vantarti di quello che hai, di quello che hai fatto tu. Dice: sei forte, sei bello, sei grande. Ecco che cosa sei riuscito a fare con le tue forze. Hai buoni motivi per vantarti.
La tentazione della donna straniera conduce sulle vie scivolose che portano alla morte.
La voce di Dio sia guida per i passi di tutti: fa’ attenzione alla mia sapienza e porgi orrecchio alla mia intelligenza … ascoltatemi e non allontanatevi delle parole della mia bocca … perché le tue fatiche non finiscano in casa di uno sconosciuto (Cfr. Prv 5,1ss).

Celebriamo con gratitudine gli anniversari che ricorrono in questi giorni e apriamo lo sguardo alla speranza riconoscendo che la storia è abitata dalla promessa della incalcolabile fecondità e che la via di Abramo conduce a Gesù.
Seguiamo l’esempio di don Giussani per essere fedeli, coerenti, umili, generosi, anche per vincere lo scandalo dello sguardo malizioso, della mano ostile, dell’idolatria insidiosa.