- La vita come un tour del “tutto compreso”
Uomini e donne percorrono la strada della vita come i turisti assicurati, quelli che hanno comprato il pacchetto e le relative assicurazioni, quelli che non vogliono sorprese. Tutto è programmato, tutto è prevedibile, tutto è incasellato in un programma: il viaggio della vita, come un percorso turistico, è tutto sotto controllo e ogni variazione, ogni virgola del programma che non è rispettata è irritante e ne vengono proteste e contratti stracciati. Quelli che vivono come turisti del tutto compreso entrano ed escono dalle chiese, dalle testimonianze sublimi dei capolavori della fede, ma non ne comprendono nulla, non si aspettano nessuna annunciazione, non sono disponibili per nessuna conversione.
Uno dei segni dell’esaurirsi della fede è l’esaurirsi dello stupore: quando la vita è una ovvietà, quando le giornate sono una grigia quotidianità, quando le emozioni sono provocate artificiosamente dai mercanti che devono piazzare la loro merce, quando l’eccitazione provocata da una torbida interiorità, quando sono le apparenze a suscitare un momentaneo meravigliarsi, ecco sembra che lo stupore sia una esperienza dimenticata.
L’umanità che si è estraniata dalla fede, che ha circoscritto Dio nelle astruse lontananze della insignificanza, si è come circondata dall’indifferenza e dalla disperazione per evitare che irrompa l’inatteso.
- Una casa sorpresa dalla gioia.
Nella casa di Zaccaria, l’anziana cugina Elisabetta vive l’esperienza d’essere sorpresa dalla gioia: “A che devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo (Lc 1,43-44). E Maria canta la rivelazione sorprendente della sollecitudine dell’Onnipotente: l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato l’umiltà della sua serva … grandi cose ha fatto per me l’onnipotente (Lc 1,46ss).
- Abitare nello stupore.
Forse possiamo domandarci quando è stata l’ultima volta in cui abbiamo sperimentato l’irrompere della gioia sorprendente nella nostra vita.
Quelli che credono di sapere già tutto non possono entrare nella casa dove Dio ti sorprende. Quelli che sono convinti di aver già tutto compreso non sono disponibili a entrare nella casa dove irrompe la gioia di Dio. Quelli che considerano una forma di saggezza, di buon senso l’essere rassegnati alla mediocrità, al prevedibile ovvio e calcolato ritengono ingenuo e sciocco aprire la porta dello stupore. Ma noi leggiamo la pagina dell’evangelo come un invito ad abitare nella casa sorpresa dalla gioia che viene da Dio, a dimorare nello stupore.
Nella casa dello stupore entrano coloro che sono sorpresi dall’annunciazione: ricevono un messaggio da parte di Dio e non ritengono improbabile d’essere chiamati a scrivere pagine di storia della salvezza, perché nulla è impossibile a Dio.
Entrando nella casa dello stupore riconoscono la presenza di Dio per la gioia inattesa, la gioia che non viene dalle circostanze, non è frutto di un successo, non è il tratto di un carattere incline al buon umore e all’ottimismo. È la gioia misteriosa di Dio.
Abitano nella casa dello stupore coloro che si uniscono al cantico di Maria che esalta l’opera di Dio e scrive nelle vicende del mondo la sua intenzione di salvare tutti, la sua via così diversa dalle aspettative mondane, mettendosi dalla parte dei poveri, degli affamati, degli umili, del popolo scelto per essere un segno tra le nazioni.
Ecco come si riconoscono i discepoli che hanno accolto la parola del Vangelo: abitano nella casa dello stupore. Sono originali, disponibili all’opera di Dio: ricevono confidenze degli angeli, si lasciano sorprendere dalla gioia, si mettono a servizio dell’opera di Dio mettendosi dalla parte dei poveri.