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Sentite? Ci chiamano.

Veglia per i Missionari Martiri, Cassina Nuova di Bollate - 20 marzo 2024

22 Marzo 2024

1. Fratelli e sorelle che si sono affidati alla promessa di Gesù.

Sentite? Ci chiamano. Sì, le voci di uomini e donne, giovani e adulti, le voci dei seminaristi, dei preti, delle suore, dei laici che in bianche vesti seguono l’Agnello dovunque egli vada, vi chiamano.

Non si tratta di nomi misteriosi, vittime di un odio incomprensibile, di una violenza ingiustificata. Non si tratta di vicende esotiche narrate per suscitare curiosità o per allargare lo sguardo oltre i confini delle nostre consuetudini

Sono ragazzi e ragazze, uomini e donne che hanno una parola da dirci.

Sentite? Ci chiamano. Sono fratelli e sorelle che sono entrati nel mondo portando con sé quell’insopprimibile desiderio di essere felici che rende gli uomini e le donne immagine di Dio.

La gente che ci parla questa sera è gente così: desideravano essere felici.

Hanno ascoltato la promessa: beati, beati voi poveri, beati voi quando vi perseguiteranno, vi insulteranno … beati voi.

Hanno ascoltato e si sono lasciati convincere: ecco finalmente la parola che aspettiamo, ecco finalmente la via della gioia, ecco finalmente la promessa di cui possiamo fidarci.

Hanno ascoltato Gesù, l’hanno sentito parlare la loro lingua e interpretare il loro desiderio. hanno aperto gli occhi e hanno riconosciuto Gesù. “Ecco, è qui! È qui e mi guarda: ah quello sguardo! È qui e mi parla: nessuno mai mi ha parlato come parla Gesù! Ecco, è qui e mi rende partecipe della sua gioia: non si può descrivere la grandissima gioia, la gioia piena che sperimento stando con Gesù”.

La gente che ci parla stasera non era un popolo di eroi, di temerari in cerca di gloria, di imprudenti inconsapevoli dei pericoli.

Erano uomini e donne che desideravano essere felici, hanno incontrato Gesù e l’hanno seguito.

E sono felici. Hanno creduto e perciò hanno veduto.

 

2. Ci chiamano.

Sentite? Ci chiamano. Sono eco della parola di Gesù. Non ci raccontano di sé come avessero qualche cosa da insegnarci. Non amano parlare di sé, della loro esperienza, dei particolari della loro vita e delle loro tribolazioni. Sono martiri, cioè, semplicemente, testimoni. Ci dicono: se desiderate essere felici, non c’è altro da fare che stare con Gesù, seguirlo, rimanere in lui.

Ci chiamano, come per dissolvere quel grigio della tristezza che si è depositato sulle nostre comunità troppo preoccupate di sé stesse, di quello che devono fare, di quanti sono e di quanti mancano.

Ci chiamano, come per scuotere quell’assestarsi nella mediocrità che sembra l’arte di stare al mondo e invece è solo un accondiscendere al conformismo e un arrendersi alla comodità della noia.

Sentite? Ci chiamano. Sono come angeli di Dio che svegliano i pastori nella notte per annunciare loro la grande gioia. Sono come la stella che è sorta per indicare ai sapienti d’oriente la via della grandissima gioia che conduce fino al luogo in cui sta Gesù.

 

3. Non lasciate che il mondo muoia di tristezza.

Sentite? Ci chiamano e ci incoraggiano. Ci chiamano e ci rassicurano: “no, noi, i testimoni di Gesù siamo vostri fratelli e sorelle, gente qualsiasi. Non siamo più coraggiosi di voi, solo non possiamo rinunciare a seguire Gesù. Non siamo più istruiti di voi. Non siamo più coraggiosi di voi. Non siamo più sfortunati di voi. Abbiamo solo desiderato di essere felici e perciò non abbiamo potuto lasciare Gesù”.

Sentite? Ci chiamano e orientano la nostra vita: “Non rinunciate a essere felici, seguite Gesù. E non lasciate che il mondo muoia di tristezza. Dite la vostra gioia, dite la vostra fede. Dite di Gesù. La missione che lo Spirito ha affidato a noi e la missione che lo Spirito affida a voi è di accogliere la pienezza della gioia, la gioia di Gesù. Non lasciate che il mondo muoia di tristezza”.

Sentite? Ci chiamano!