Share

Lo stupore, la fede, l’asprezza del cammino

Domenica Quarta di Quaresima, Visita Pastorale Comunità Pastorale “San Francesco”, Melzo - 10 marzo 2024

10 Marzo 2024

1. La visita pastorale

La visita pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La visita pastorale è l’occasione per mettere in evidenza l’inserimento di ogni parrocchia e comunità pastorale in una pastorale di insieme e nella vita diocesana. La Chiesa non è la singola parrocchia, ma la comunità cristiana presente nel territorio, unita nella comunione con il Vescovo, impegnata a condividere le risorse e la passione per il Vangelo in un particolare territorio. La città di Melzo è stata un laboratorio delle intenzioni di una pastorale di insieme tra le parrocchie della città. Non si tratta in primo luogo di un impegno organizzativo, ma di un cammino spirituale che chiede percorsi di formazione delle persone coinvolte e attinge all’Eucaristia, cioè al Signore Gesù presente, risorto, vivo, la parola che orienta e lo stile che caratterizza. Non si possono nascondere le difficoltà che la comunità cristiana di Melzo ha vissuto e vive. Ma lo Spirito che raduna, vivifica, spinge al largo è presente. Preghiamo perché siamo tutti umilmente grati del cammino compiuto e umilmente docili alla vocazione di ciascuno e di ogni parrocchia ad essere un cuore solo e un’anima sola. Il vescovo viene a invitare a coltivare la dimensione cittadina, decanale e diocesana, a partecipare alle iniziative, a raccogliere le proposte, a stringere legami di collaborazione con le altre parrocchie del decanato.

La visita pastorale è l’occasione per ascoltare insieme quello che il Signore vuole dire a   questa comunità e a tutta la Chiesa in questa celebrazione.

 

2. Credi nel Figlio dell’uomo?

2.1 La comunità che accompagna, la comunità che ostacola
Per l’uomo nato cieco non è stato facile giungere fino a dire: “credo, Signore!”. Quelli che avrebbero dovuto aiutarlo, l’hanno invece ostacolato: i responsabili della sinagoga, l’istituzione religiosa giudaica ha assunto una posizione ostile verso Gesù e perciò anche verso l’uomo al quale Gesù ha dato la vista. I genitori invece di essere solidali con il figlio lo abbandonano.
Per Mosè invece la comunità degli israeliti partecipa con attenzione al mistero dell’incontro con Dio, creando nell’accampamento del deserto quel senso del mistero e del rispetto che favorisce la preghiera, l’ascolto di Dio.
Viene quindi da domandarsi in che modo la nostra comunità cristiana possa aiutare percorsi di fede oggi. Forse il comportamento dei cristiani, forse le scelte dei genitori manifestano l’attrattiva del mistero di Dio.

2.2 L’incontro personale con Gesù.
Anche in un contesto ostile Gesù cerca la salvezza dell’uomo, Gesù cerca l’uomo guarito perché non riceva non solo la guarigione che permette di vedere le cose della terra, ma l’apertura dello sguardo che riconosca la presenza del Salvatore, colui che offre la vita nuova.
La sollecitudine di Gesù si rivolge non tanto alle istituzioni religiose o civili, ma alle persone. Cerca l’incontro personale.
In questo tempo in cui il contesto non aiuta la fede, noi continuiamo a essere certi che Gesù cerca ciascuno di noi, per domandarci: tu credi?
Forse non è tanto utile che noi continuiamo a rammaricarci delle difficoltà che si incontrano oggi a vivere la fede, a prendere parte alla vita della comunità cristiana. È più importante che ciascuno incontri Gesù e possa aprire gli occhi, riconoscere il Signore e professare la nostra fede: sì, io credo!

2.3 Una vita decorosa verso gli estranei.
La presenza della comunità cristiana è un segno per gli estranei. Gli aspetti più significativi raccomandati da Paolo sono:

  • Il dominio delle passioni per astenersi dall’impurità, trattando il proprio corpo e quello degli altri con santità e rispetto;
  • Il lavoro onesto;
  • L’amore fraterno per vivere in pace. Il segno dell’unità dei discepoli è l’intenzione per cui Gesù ha pregato con insistenza e la condizione più promettente perché si riconosca la presenza dello Spirito di Dio e della profezia dei cristiani in questo momento in cui sembra che l’umanità si stia frantumando.