1. Che ne sapete di Dio?
Che ne sapete voi del sinedrio di Dio, il Benedetto? Voi specialisti del sacro, della legge e del tempio che ne sapete del Benedetto, voi che accusate Gesù di bestemmia e lo condannate a morte?
Che ne sapete, voi uomini e donne di questo tempo, di Dio, voi che preferite pensieri confusi a proposito di Dio, piuttosto che ascoltare Gesù. Che ne sapete di Dio voi, uomini e donne di questo tempo che avete la presunzione di avere opinioni originali su Dio solo perché ripetete luoghi comuni e frasi fatte, voi che vi dichiarate nelle condizioni di fare a meno di Dio, di decidere se Dio esista o non esista?
Noi, discepoli di Gesù, camminiamo per le strade della città portando la croce perché vogliamo professare che c’è una sola via per entrare nella verità, nella gloria, nella vita di Dio. C’è una sola sapienza che possa introdurre nel mistero di Dio, è la sapienza della croce, della croce di Gesù.
2. Che cosa si può dire del soffrire?
Che cosa si può dire del soffrire che grava sulle spalle della gente? Che cosa si può dire della sofferenza della malattia che tormenta la carne, del dolore fisico che impedisce la vita, blocca ogni agire, accompagna come minaccia oscura ogni giorno? Che cosa si può dire della sofferenza dell’anima, ferita per l’amore tradito, per le speranze deluse, per l’irrimediabile solitudine? Che cosa si può dire dell’angoscia che in cui si spegne ogni fascino del vivere, l’angoscia per il proprio destino, l’angoscia per le persone care e per la loro incomprensibile tribolazione?
Noi, discepoli di Gesù, camminiamo per le strade della città portando la croce perché vogliamo professare che c’è una sola sapienza per attraversare l’enigma del soffrire. è la sapienza della croce.
La croce messa ingiustamente sulle spalle di Gesù, il giusto, rivela che persino il soffrire diventa occasione d’amore, d’amore crocifisso.
3. Che cosa pensi dell’altro?
Che cosa pensi dell’altro, dell’estraneo, dello straniero, dello sconosciuto? Che cosa pensate voi, gente per bene, gente istruita, gente che sa stare al mondo di quelli che vi sfiorano nei trasferimenti quotidiani, di quelli che abitano nel palazzo, di quelli che dormono sotto i portici, di quelli che telefonano in ufficio? Che cosa pensate gente dell’altra gente’
Noi discepoli di Gesù camminiamo per le strade della città portando la croce per imparare a guardare gli altri con lo sguardo di Gesù che sale al calvario portando la croce e impariamo anche noi la sapienza della croce. Ecco: l’altro è uno che passa per caso e incrociando la strada percorsa da Gesù diventa Simone di Cirene, per forza e per amore si fa sotto e aiuta a portare la croce. La sapienza della croce diventa sapienza del vivere, sapienza delle relazioni, un fratello, una sorella, uno che ti aiuta a portare la tua croce.
4. Che cosa pensate della compassione?
Che cosa ne pesante della compassione, voi della città della fretta e dell’indifferenza, voi che abitate la società dell’individualismo e della solitudine? Forse voi pensate che la compassione sia una perdita di tempo, un sentimento da telenovela.
Che cosa pensate della compassione voi, informati di ogni cosa, aggiornati in ogni momento, sopraffatti dall’incombere di un male troppo insopportabile, di tragedie troppo sconvolgenti, di povertà troppo irrimediabili? Forse voi pensate che la compassione sia un sentimento troppo inutile, una emozione troppo logorata dall’eccesso delle emozioni.
Noi discepoli di Gesù camminiamo per le strade della città portando la croce per imparare dalle parole di Gesù, dal soffrire di Gesù la sapienza della croce. La parola di Gesù alle donne in lacrime rivela che la verità del cuore umano è che è capace di amare, è fatto per amare, è attesa dello Spirito d’amore che conforma all’amore di Gesù.
5. Che cosa pensate del morire?
Che cosa pensate del morire voi che non volete pensare alla morte? Che cosa pensate del morire che voi che pensate che la morte sia sempre vicenda che riguarda altri? Che cosa pensate del morire voi che vivete nell’angoscia dell’approssimarsi del nulla che riduce al nulla tutte le cose? Che cosa pensate del morire voi che siete così stanchi della vita, esasperati dal dolore, che finite per desiderare la morte?
Noi discepoli di Gesù camminiamo per le strade della città portando la croce di Gesù perché abbiamo risposto alla chiamata alla sequela di Gesù e siamo stati amati sino alla fine e ci proponiamo di seguire Gesù fino alla fine. Professiamo la sapienza della croce che contempla il morire di Gesù e vi riconosce il compimento dell’amore e proprio per questo morire entra nella gloria di Dio.