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I bambini sciocchi e l’uomo perfetto

Festa di Sant’Antonio di Padova, Convento Frati Minori, Milano, Basilica Santuario Sant’Antonio di Padova - 13 giugno 2024

13 Giugno 2024

1. I bambini sciocchi.

Così non saremo più fanciulli in balia delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quell’astuzia che trascina nell’errore (Ef 4,14).
Corriamo tutti, sempre, il pericolo di essere come bambini sciocchi.

I bambini sciocchi sono quelli che si lasciano ingannare e prendono per vero quello che si diffonde con le chiacchiere, i luoghi comuni, le immagini di persone proposte come modelli. I bambini sciocchi sono quelli che ritengono che una affermazione sia verità indiscutibile solo perché è l’unica opinione ammessa: per esempio si convincono che siamo tutti destinati a morire e a finire nel nulla solo perché nessuno parla della risurrezione di Gesù e della nostra chiamata a partecipare alla sua gloria.

I bambini sciocchi sono quelli che danno importanza alle sciocchezze e non si curano delle cose importanti. Per esempio scambiano i loro capricci per bisogni e per diritti e pretendono di essere soddisfatti dagli altri.

I bambini sciocchi sono inclini a farsi servire e a non pensare ai bisogni e ai diritti degli altri. Per esempio si lamentano di non essere ascoltati, ma loro non ascoltano nessuno; per esempio trovano insopportabili il modo di fare, di parlare, di coloro che stanno intorno a loro, ma non si preoccupano di essere loro stessi insopportabili e non cercano di migliorare i loro difetti.

C’è un rimedio alla malattia di essere bambini sciocchi?

 

2. Finché arriviamo tutti all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo (Ef 4,13).

Paolo vive la sua missione come un servizio alla maturità umana e cristiana dei discepoli e quindi indica i tratti dell’uomo perfetto, della personalità compiuta, secondo la grazia di Dio.

La meta da raggiungere è l’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio.
Dunque la conoscenza di Gesù, la contemplazione dell’uomo Gesù che è il Figlio di Dio. Sant’Antonio e tutta la tradizione francescana contempla l’uomo Gesù, perché solo guardando a Gesù possiamo imparare a essere uomini e donne compiuti. La pienezza dell’umanità, la perfezione, non corrisponde ai criteri mondani: l’uomo perfetto, secondo Gesù, non è quello che sa tutto, non è quello che non sbaglia mai, non è quello che gode di fama, prestigio. Piuttosto l’uomo, la donna perfetti non sono quelli che sono come Gesù, mite e umile di cuore, pronti a servire piuttosto che a essere serviti, misericordiosi come il Padre è misericordioso, intenti a praticare il comandamento di Gesù: amatevi come io vi ho amato.

Allo scopo di edificare il corpo di Cristo (Ef 4,12). Chi imita Gesù edifica la comunità come corpo di Cristo. Ciascuno ha ricevuto il suo dono (apostoli, profeti, evangelisti, pastori, maestri: cfr. 4,11), ma il dono è vocazione a servire. Dobbiamo perciò domandarci quale sia il nostro dono e in quale modo siamo dedicati a edificare la comunità. La Chiesa è spesso considerata come una organizzazione per distribuire servizi. Siamo invece tutti pietre vive che devono edificare la comunità, tutti presenze attente a non sprecare occasioni perché il nostro radunarci sia per praticare quella carità che rende migliori. Antonio da Lisbona, divenuto frate Antonio di Padova ha servito la comunità con la sua predicazione, con la sua carità, con il suo comportamento esemplare.

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15). La missione è affidata ai discepoli. I discepoli incerti, smarriti, scettici di fronte all’annuncio della risurrezione sono inviati da Gesù per portare a tutti la sua parola perché tutti siano salvati. La nostra poca fede, la nostra fragilità umana non è una buona ragione per restare chiusi nella cerchia delle persone che la pensano come noi. Così imperfetti come siamo, siamo mandati a tutti perché tutti possano sperare