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Ci sono i discepoli dei preparativi

Messa di suffragio per Mons. Giovanni Giudici, Milano – Duomo – 20 gennaio 2024

20 Gennaio 2024

I discepoli dei preparativi sono quelli disponibili, quelli di cui Gesù può fidarsi, come Pietro e Giovanni. I discepoli dei preparativi sono i primi che ti vengono in mente quando hai bisogno un servizio. Gesù sa che non dicono di no. Sa che non si fanno pregare. Sa che sono pronti anche a interrompere quello che stanno facendo, se c’è bisogno di un loro servizio. Gesù sa che può chiedere e non si sentirà rispondere: “Aspetta che guardo l’agenda”. Sono i discepoli dei preparativi.

I discepoli dei preparativi sono quelli che non si accontentano di eseguire e d’altra parte non si ritengono autorizzati a qualsiasi scelta. Come Pietro e Giovanni: “Sì siamo pronti ad andare per preparare la Pasqua, ma dove vuoi che andiamo?”. Non solo fanno, ma entrano in relazione. Ascoltano e domandano. Hanno il desiderio di interpretare quello che il Maestro dice con i criteri del Maestro. Non presumono di saperne più del Maestro. Non si orientano a scelte arbitrarie.

I discepoli dei preparativi sono quelli che avendo capito quello che c’è da fare, semplicemente lo fanno. Non cercano di farsi notare perché sono originali o perché sono efficienti. Non sono come quelli che devono dimostrare di essere all’altezza, non devono dimostrare di essere originali, non devono dimostrare di essere migliori degli altri. Fanno bene, fanno presto, ma non pretendono apprezzamenti, elogi, riconoscimenti. Si comportano come coloro che si sentono solo dei servi.

I discepoli dei preparativi lavorano insieme, come Pietro e Giovanni. Praticano la collaborazione come il modo abituale di essere discepoli a servizio del maestro. Non hanno invidia l’uno per l’altro, non si domandano chi è il primo e chi è il secondo.
Il più vecchio non ritiene che la sua esperienza sia un paradigma indiscutibile. L’esperienza l’ha reso saggio, ma sa apprezzare i più giovani, sa di aver bisogno di loro. Non rinuncia alla sua responsabilità e non soffre di complessi di inferiorità, ma riconosce di aver ancora da imparare, anche dal più giovane.
Il più giovane, anche se corre più veloce ed è più aggiornato, non ritiene che l’esperienza sia insignificante. Ha rispetto per l’anziano. Non è però timido e rinunciatario. Non rinuncia a esprimere la sua energia e le sue idee nuove, ma riconosce di aver ancora molto da imparare, anche dal più vecchio.

I discepoli dei preparativi hanno un mandato e a questo si dedicano. Mettono nella dedicazione tutto quello che sono, le loro competenze, il loro tempo, la loro passione. Sentono le distrazioni come una tentazione, cercano di non disperdersi, di non sciupare tempo e di non lasciarsi vincere dalla pigrizia. Hanno uno scopo e lo perseguono con determinazione: guardano avanti. Hanno una missione e la eseguono con la fierezza di chi deve compiere la grande impresa, hanno l’umiltà di chi si considera solo un servo, hanno la gioia di essere insieme e di predisporre quanto serve alla gioia degli altri.

I discepoli dei preparativi hanno come mandato quello di preparare la Pasqua, il compimento della missione è favorire le condizioni perché tutti possano sperimentare la fedeltà di Dio alle sue promesse, l’alleanza nuova ed eterna che rende partecipi della vita del Figlio di Dio coloro che la celebrano.

Del Vescovo Giovanni Giudici si possono dire molte cose: ha vissuto a Milano molti anni e ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti. Ha meritato la fiducia dei Vescovi e in particolare dal Card. Martini che l’ha voluto suo Vicario Generale. Del Vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua.

E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua che per tutta la vita ha preparato.