1. Eppure…
Come sono belli i colori della riviera: i fiori, i cieli, il mare, le rocce, il verde! Sono uno spettacolo.
Eppure mi sembra che talora i colori si facciano smorti, il cielo opaco, il mare imbronciato, il verde stanco. Mi sembra che talora sulla bellezza della terra si depositi una specie di grigiore che può rendere la riviera addirittura deprimente.
Come sono belle le processioni per le feste patronali che sono la tradizione delle città di Liguria, espressioni di devozione e di tradizione, di cultura e di folklore! Sono un momento intenso, una occasione per celebrare l’identità della città, sentire l’appartenenza a un popolo, partecipare della festa condivisa.
Eppure mi sembra che talora nella processione e nella festa si verifichi una specie di dispersione, di distacco, forse persino un fastidio: coloro che si affaticano con passione per la preparazione sono amareggiati dal constatare che alcuni cittadini proprio il giorno della festa se ne vadano altrove e che molti se ne stiano ai bordi delle strade o intenti ad altro e volgano lo sguardo alla manifestazione più per curiosità che per senso di appartenenza.
Cioè mi sembra di registrare talora una specie di dispersione.
Come sono belli i canti della tradizione quelli che si cantano in coro mettendoci l’anima e le parole antiche e la musica che risuona nei cuori come un’emozione commovente. Come sono belli i canti e come è bello cantare.
Eppure mi sembra che i canti si alzino a fatica e tanta gente ha dimenticato le parole e i cori procedano in modo approssimativo e si frantumi l’insieme in una esecuzione modesta e stentata.
2. Ho pensato perciò di scrivere “Il manuale delle feste cristiane in riviera, dove è sempre primavera”
Il primo capitolo del manuale è intitolato: Stupore
Il grigiore infatti è più spesso nell’occhio di chi guarda che nella realtà.
Lo sguardo della fede rimane incantato riconoscendo l’opera di Dio.
Elisabetta è stupita dalla visita di Maria: a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?; Maria è stupita perché Dio ha guardato all’umiltà della sua serva; i pellegrini sono incantati dallo spettacolo di Gerusalemme.
Il capitolo mette in evidenza che lo sguardo della fede dimora nello stupore perché celebra la sproporzione tra Dio e la creatura e nella sproporzione l’opera di Dio si manifesta nello sguardo amorevole che riempie di grazia la giovane donna di Nazaret e così la madre del Signore si reca nella casa della madre del precursore.
Questo è dunque il capitolo che ciascuno di noi deve scrivere: contempo le gradi cose che ha fatto in me l’Onnipotente
Dobbiamo invocare Maria perché ci insegni lo stupore dei credenti, quelli che guardano la realtà non per trovare conferme al loro pessimismo, ma per riconoscervi l’opera di Dio.
Il rimedio al grigiore è lo stupore di chi sa leggere la sua vita e la vita del suo tempo come il tempo in cui Dio continua ostinatamente a operare per salvare tutti.
Il secondo capitolo è “Camminano insieme i pellegrini della speranza”
La parola di Dio che è stata annunciata insegna che il rimedio alla dispersione è il riconoscere di avere una terra promessa in cui addentrarsi, un monte su cui celebrare l’alleanza, convocati dal Signore: Verranno molti popoli e diranno: venite, saliamo sul monte del Signore, perché ci indichi le vie da seguire e possiamo camminare per i suoi sentieri.
Camminare insieme verso la terra promessa, l’incontro con il Signore della vita configura una umanità nuova, secondo la descrizione di Paolo: amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. … Non fatevi una idea troppo alta di voi stessi.
Questo dunque il capitolo che ciascuno di noi deve scrivere: quale sia la mia risposta alla promessa di Dio e di quali rapporti interpersonali vive la nostra comunità.
Il terzo capitolo si intitola “L’esultanza”
Nella terra della gioia stentata e dei canti sgangherati l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore.
Le piccole cose, gli adempimenti obbligatori, le consuetudini che si ripetono per inerzia offrono piccole gioie stentate, frammenti di soddisfazione e di compiacimento.
Chi accoglie l’annunciazione degli angeli e si consegna perché si compia in lui/ in lei la parola del Signore sperimenta invece la grande gioia, l’esultanza.
Questo il capitolo che ciascuno di noi deve scrivere: quale annunciazione ho ricevuto per vivere tutta la vita nella misteriosa esultanza che riempie della gloria di Dio la vita quotidiana, i profumi della cucina e i disagi dei viaggi, la corrispondenza degli affetti e l’enigmatica fragilità dell’amore, la solitudine indesiderabile e la compagnia insopportabile. Eppure lieti, della perfetta letizia.
Come ogni manuale, anche il Manuale delle feste cristiane in riviera, dove è sempre primavera, si conclude, come è giusto, con una preghiera:
Maria, sorella nell’inquietudine,
non permettere che la noia abiti le nostre feste né la nostra vita.
insegnaci lo sguardo dello stupore.
Maria, donna di Nazaret, donna del quotidiano trasfigurato,
non permettere che la fatica del viaggio ci faccia dimenticare il fascino della meta,
donaci di essere popolo di pellegrini della speranza.
Maria, patrona di Chiavari e di Montallegro,
proteggi questa terra di riviera da ogni pericolo,
non permettere che viviamo senza fede,
rendi partecipi dell’esultanza
che tu canti al cospetto dell’Altissimo e di tutte le sue creature,
e la terra sia piena della gloria di Dio! Amen.