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La responsabilità di una lungimiranza

70mo fondazione Cassa Rurale e Artigiana BCC Brianza e Laghi, Alzate Brianza - 12 maggio 2023

12 Maggio 2023

  1. non rimanga nelle tenebre.

Chi cammina nelle tenebre non sa dove va, non vede una meta, non vede i pericoli. Non vede la strada. In pratica nelle tenebre non si vede niente. Si crede che quello che c’è è quello che si tocca.
Perciò sembrano indiscutibili i luoghi comuni: i soldi sono soldi, gli affari sono affari.
Poche chiacchiere: in un bilancio quello che conta è l’ultimo numero in fondo alla tabella. Quanto abbiamo guadagnato?
Chi cammina nelle tenebre e si accontenta di quello che tocca, non capisce le domande. Si annoia dei discorsi che pongono le domande: perché abbiamo guadagnato? Perché abbiamo perso? Come abbiamo combinato i nostri affari? Per chi? Fino a quando?
Chiacchiere, chiacchiere, quello che conta è l’ultimo numero in fondo alla tabella.

 

  1. Quelli che vedono.

Ci sono però quelli che vedono. Nel buio del mondo hanno visto accendersi una luce. Hanno cominciato a vedere: non esiste solo quello che si tocca, non esiste solo il numero in fondo alla tabella del bilancio.
Hanno visto accendersi una luce. Hanno visto i volti della gente, le persone vicine, lontane, le persone che piangono, le persone che sperano, le persone che sognano. Hanno visto la strada percorsa, le fatiche, il tempo impegnato, il tempo sprecato, il tempo rubato. Hanno visto la strada che sta davanti: dove porta la strada? Dove finisce la strada? Con chi siamo in viaggio?
Hanno visto accendersi una luce.
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Gesù luce del mondo: per chi è abituato alle tenebre la luce irrompe come un fastidio. Che cosa vuole questo Gesù? Viene a disturbarci? Viene a impedirci di fare i nostri affari? Viene a mettere in discussione le nostre convinzioni? Viene a rovinarci?
Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

 

  1. I soldi non sono soldi, sono linguaggio.

Quelli che vedono, quelli che hanno visto, quelli che hanno visto lontano si sono resi conto che gli affari non sono affari, ma scelte e i soldi non sono soldi, ma linguaggio.
Che cosa dicono i soldi?
Per alcuni i soldi sono uno strumento per misurare le persone e le cose: se so quanto costi, so quanto vali. Per chi cammina nelle tenebre i soldi sono quello che si tocca di quello che esiste. Di fronte a un quadro non vedo l’arte o il genio, capisco il valore se mi dici quanto costa. Di fronte a una persona non vedo che cosa pensa, che cosa ama, che cosa soffre, capisco quanto vale se mi dici quanto guadagna.
Quelli invece che hanno accolto la luce sanno che i soldi sono un modo di parlare per dire i pensieri e i sentimenti. I soldi sono un modo per dire: possiamo mettere insieme quello che abbiamo, il poco che ciascuno porta può fare molto se è messo insieme a tanti altri.
I soldi possono essere un modo per dire: riconosciamo il tuo valore, ci fidiamo del tuo impegno, perciò ti facciamo credito, per incoraggiarti a far fruttare i tuoi talenti.
I soldi possono essere un modo per dire: vediamo il tuo bisogno, sappiamo delle disgrazie che ti sono capitate, siamo con te, voglio aiutarti a passare questo momento brutto. Quanto non sarai più un problema diventerai una risorsa. Come sei stato aiutato potrai aiutare. Ricordati che sei stato aiutato.

 

  1. Quelli che ridono.

Ci sono poi, come ad Atene, quelli che ridono della luce e dicono: è meglio rimanere nelle tenebre. Gli affari sono affari, il resto sono chiacchiere. Ci sono gli squali: quelli che guardano con simpatia i pesci piccoli perché si possono mangiare e sono saporiti. Ci sono quelli che stanno seduti chi sa dove, nei palazzi delle grandi banche, nelle scrivanie dove si scrivono numeri enormi, davanti ai computer che governano la finanza del mondo. Ascoltano i discorsi di coloro che hanno ricevuto la luce e interpretano i soldi come un linguaggio e pensano al lavoro più che agli affari. Ascoltano i discorsi, come gli ateniesi hanno ascoltato la testimonianza di Paolo e finito il discorso si mettono a ridere e schiacciano i loro bottoni e continuano i loro affari: abitano nelle tenebre e dicono: “che bello stare nelle tenebre e non farsi domande inutili, perché gli affari sono affari”.
Rimangono nelle tenebre e non se ne rendono conto.
Coloro che hanno ricevuto la luce, invece, guardano lontano e vedono avvicinarsi per tutti il momento per rendere conto di come si vive e di come si fanno gli affari. Sanno che i soldi non sono soldi, sono una responsabilità.

Celebriamo un anniversario significativo di una intuizione lungimirante che ha guidato uomini e donne che hanno ricevuto la luce. Hanno dato vita a un modo di usare i soldi che riconosce che i soldi sono un linguaggio, che sono uno strumento, che sono un talento di cui rendere conto.
L’impresa ha attraversato tempi sereni e tempi burrascosi, ma ha resistito e continua a offrirsi come strumento per incoraggiare il bene e prestare aiuto nelle difficoltà.
Abbiamo un debito di riconoscenza, sentiamo la responsabilità presente e incoraggiamo la resistenza e la perseveranza per continuare a camminare nella luce.