- Non passa più nessuno.
Per questa strada non passa più nessuno. Cioè nessuno per cui meriti di accorrere, nessuno per cui la città si svegli, si metta in movimento. Sì, passano ogni giorno centinaia di persone. Passano, passano a centinaia, ma nessuno che possa richiamare una attenzione, nessuno che semini un fremito nella noia, nessuno che accenda una luce nel buio, nessuno che sia promessa di pace nell’inquietudine, nessuno che sia risposta per le nostre domande.
Celebriamo anniversari: come per dire: “Una volta, anni e anni fa, è successo un evento memorabile, c’è stato un uomo che ha lasciato un segno, un uomo, una donna di cui la città può essere fiera. Una volta è successo, ma adesso non succede più niente. Viviamo di ricordi, di commemorazioni. La scena di Gerico è soltanto un racconto lontano.
- Lo riconobbero allo spezzare del pane.
Invece i discepoli di Gesù che sono tentati di rassegnazione e di nostalgia incontrano sul loro cammino il misterioso compagno di viaggio, sentono le parole del rimprovero, stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!
I discepoli si lasciano coinvolgere nel considerare le parole delle Scritture, si lasciano toccare il cuore dalle parole che ascoltano perché non sono parole di un libro che racconta una storia antica, ma confidenze di un amico che parla di sé e fa crescere in loro il desiderio di stare con lui: resta con noi!
Il loro desiderio di stare con il misterioso compagno di viaggio si compie nella celebrazione del segno che Gesù ha lasciato perché facciano memoria di lui: lo riconobbero nello spezzare del pane.
Hanno riconosciuto che Gesù è vivo, è risorto, ha vinto la morte, è presente, è accessibile nel segno del pane spezzato cambia la vita e l’umore e la storia dei discepoli di Emmaus e di tutti i tempi.
La nostra storia, il nostro modo di pensare a noi stessi, alla nostra comunità, alla situazione del mondo può essere trasfigurata se noi riconosciamo Gesù nello spezzare del pane.
- Gesù attraversa ancora la città e la vita.
Perciò se qualcuno vi chiede: che cosa è successo a Villa Cortese stasera? Voi che cosa risponderete?
Ecco che cosa è successo: Gesù è passato e nessuno se n’è accorto, ma Lui ha rivolto il suo sguardo a me e mi ha detto: presto, oggi voglio fermarmi a casa tua!
Ecco che cosa è successo: Gesù è passato e nessuno se n’è accorto, ma Lui ha rivolto il suo sguardo a me, ha visto i miei peccati, ha riconosciuto le mie ferite, ha compreso quanto io mi senta incompreso proprio qui dove abito e faccio il mio mestiere e mi ha detto: presto, oggi, a casa tua!
Ecco che cosa è successo: Gesù ha rivolto il suo sguardo a me e ha riconosciuto in me un desiderio di pace, di riconoscimento, di stima; ha riconosciuto in me quello che nessuno riconosce: i miei propositi di bene, il mio proposito di rendere felici le persone che amo e la constatazione della mia impotenza. E ha detto: oggi, a casa tua.
Ecco che cosa è successo. Gesù ha rivolto a me il suo sguardo e il suo invito: tu sei un peccatore, ma puoi cambiare, per questo oggi voglio fermarmi a casa tua. Tu sei una persona dalla quale la gente non si aspetta niente di buono, ma tu puoi fare un bene immenso e, anche se tutti lo ignorano, però lo Spirito si serve di quel bene per edificare il tempio santo di Dio in mezzo alla vita. Perciò ha detto: oggi, a casa tua!
- Gesù è presente in mezzo a noi, si è fermato a spezzare il pane con noi.
Per questo celebriamo con gioia l’anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale di San Vittore 100 anni (22ottobre 1922 – 22 ottobre 2022) ospita lo “spezzare del pane” che consente agli occhi della fede di riconoscere Gesù.
Per questo è giusto essere fieri di tutto ciò che abbellisce la basilica, che invita a rivolgere lo sguardo a questa casa di preghiera, che invita a fermarsi un poco, a cercare quel silenzio in cui possa emergere che cosa viviamo, che cosa pesa sulla nostra vita, i desideri più grandi e le pene più segrete, le paure più profonde e le virtù più commoventi, perché tutto sia trasfigurato dall’incontro con Gesù, dal riconoscerlo nello spezzare del pane.
- Dall’incontro una vita nuova, una gioia nuova.
Come Zaccheo si trasforma da avido esattore delle tasse e ladro che ruba ai poveri per arricchire se stesso e l’imperatore e diventa benefattore generoso animato da un desiderio di riparazione; come i discepoli di Emmaus sono trasfigurati dall’incontro con Gesù, riconosciuto allo spezzare del pane, così anche noi siamo trasfigurati, anche noi possiamo essere trasformati.
Forse la città si accorgerà del diffondersi di una nuova gioia: siamo un popolo triste e preoccupato, l’incontro con Gesù ci trasforma in un popolo lieto e coraggioso nell’affrontare le difficoltà che abbiamo davanti.
Siamo un popolo vittima delle beghe, delle meschinità, diviso per interessi e sensibilità: l’incontro con Gesù ci trasforma in un cuore solo e un’anima sola.
Siamo quello che siamo, sono quello che sono: come mi trasforma il Signore?