L’invocazione delle antifone di oggi dice: “O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra della morte”.
Anche nella nostra povera storia ci sono luci di umanità capaci di illuminare, di consolare, di riscaldare i cuori. Ma l’Astro cantato dalla Chiesa è di uno splendore senza proporzioni. Viene dall’Alto, e il suo nome è “Luce da Luce”, “Splendore di luce eterna e sole di giustizia”. È la stella spuntata da Giacobbe, di cui parla la profezia di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (9,1).
Questo Astro splendente è invocato sulle regioni oscure dell’uomo: “Vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra della morte”. Verrà a riscaldare il cuore degli uomini affranti, che vivono nei luoghi oscuri dell’ignoranza, della menzogna, della mancanza d’amore. Tutta la Sacra Scrittura parla di Lui, ogni profezia ne è un annuncio, ed è per noi come “lampada che brilla in luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la Stella del mattino si levi nei vostri cuori” (2 Pt 1,19). “Io sono la stella radiosa del mattino”, dice Gesù a sigillo di tutta la Scrittura (Ap 22,16), la Stella che viene ad accendere nei nostri cuori la sua luce, il fulgore della sua santità.
Venerdi, Settimana della VI Domenica di Avvento
Feria prenatalizia V