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Domenica, V Settimana di Quaresima

Sant'Isacco, patriarca

25 Marzo 2012

Figlio di Abramo e Sara, padre di Esaú e Giacobbe, erede delle divine promesse, rinnovategli da Iahweh dopo la morte di Abramo, intensamente devoto, sembra il tipo dell’umile che, nel nascondimento, si rimette sempre fiducioso alla volontà di Dio.
Sara nonagenaria dà alla luce Isacco, cosí chiamato per il riso di meraviglia e di gioia di Abramo, quando un anno prima gliene fu promessa e annunziata la nascita. Il figlio della promessa fu cosi anche il figlio del miracolo. Senza recriminazioni, mansueto ed ossequiente, il giovane Isacco si lascia legare e porre sull’ara per essere immolato a Dio, nella prova rifulse la santità di Abramo e la profonda pietà del figliolo Gen. 22).
La Provvidenza divina gli fece incontrare Rebecca, che il vecchio Eliezer portava con sé dalla Mesopotamia. Isacco l’amò teneramente e la prese quale sua unica sposa. Isacco non dubitò mai dell’avvenire: "fece preghiere al Signore per avere il dono della posterità desiderata, e il Signore lo esaudì e fece che Rebecca concepisse". E Rebecca diede alla luce due gemelli: Esaú e Giacobbe, questi sarà, per divina elezione, l’erede delle promesse: a centotrenta anni, avendo perduto la vista e credendo vicina la morte, Isacco volle benedire il suo primogenito Esaú, ma il furbo gemello, aiutato dalla madre, carpí al vecchio genitore la benedizione che gli attribuiva i diritti di primogenitura. Isacco anche qui, nelle circostanze che avevano favorito Giacobbe, vide il volere clell’Eterno e non ritrattò la sua benedizione.
Morí ad Hebron e fu sepolto da Esaú e Giacobbe nella tomba di famiglia, nella grotta di Macpelah, dove egli aveva piamente tumulato Sara ed Abramo.

[La solennità dell’Annunciazione del Signore è quest’anno posticipata a lunedi 26 per rispettare il primato della Domenica]