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Santo Stefano d’Ungheria

XI Domenica dopo Pentecoste

16 Agosto 2020

Stefano, re d’Ungheria, fu l’artefice principale della conversione al cristianesimo dei magiari, una popolazione nomade giunta dall’Oriente e stanziatasi nella fertile pianura del Danubio, in mezzo a popolazioni slave. Succeduto nel 997 nel regno al padre Geza, duca pagano sposato a una donna cristiana, intraprese l’evangelizzazione del paese, già avviata nel secolo IX dalla Chiesa di Costantinopoli, servendosi particolarmente dei benedettini di Cluny.
Consolidò l’unità nazionale, combattendo il potere tribale, pur conservando, con saggio empirismo, le usanze del popolo attraverso la struttura dei clan, valorizzata come elemento sociale ed economico; nella posizione di confine in cui si trovava, scelse l’Occidente piuttosto che l’Oriente, e l’indipendenza piuttosto che il vassallaggio verso l’impero romano-germanico o bizantino.
Fondò numerosi monasteri, fra i quali quello di S. Martino di Pannonhalma e attraverso il monaco Anastasio e il vescovo di Praga ottenne dal papa Silvestro II la corona con la quale nell’anno 1000 fu incoronato “Re Apostolico”. Morì quasi settuagenario nel 1038 e subito gli ungheresi considerarono come santo il fondatore della loro potenza nazionale e della loro unità religiosa, venerandone le reliquie con un rito equivalente allora alla canonizzazione, che nel 1686 Innocenzo XI estese a tutta la Chiesa.

Lo stesso giorno la Chiesa fa memoria anche di San Rocco (sec. XIV). Pur essendo, a partire dalla fine del sec. XV, uno dei santi più venerati, di san Rocco si hanno pochissime notizie sicure. Dalla nativa Montpellier, dopo aver venduto i suoi beni, partì in pellegrinaggio alla tomba degli apostoli Pietro e Paolo, vivendo da povero, alla mercé della carità della gente. Lungo i suoi itinerari seminò i prodigi della carità, assistendo i malati e curando gli appestati. Contagiato lui stesso dal male, subì le prove dell’abbandono e della incomprensione, fino al giorno della morte, avvenuta nella festa della Madonna Assunta. Il suo culto si diffuse in tutta l’Europa occidentale, in particolare nelle nostre terre, dove fu venerato soprattutto come patrono contro le pestilenze.