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Sant’Augusto Chapdelaine

Sabato della settimana dell'ultima Domenica dopo l'Epifania

29 Febbraio 2020

Augusto Chapdelaine nacque a La Rochelle, in Francia, il 6 gennaio 1814. Fino all’età di venti anni si dedicò all’attività di agricoltore con la famiglia, ma poi riuscì a seguire il suo desiderio di diventare sacerdote, fu infatti ordinato nel 1843 e divenne vicario e parroco del villaggio di Boucey.
Egli voleva però essere missionario, per questo nel 1851 entrò nell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi, così il 29 aprile 1852 poté imbarcarsi per raggiungere la missione cinese del Kuang-Si, anche se si fermò vicino alla frontiera,  a Ta-Chan, per ambientarsi, imparare la lingua e aspettare il momento propizio, perché il Kuang-Si era stato per più di un secolo senza la presenza di un missionario e quindi non poteva sapere quale sarebbe stata l’accoglienza che gli avrebbero riservato gli abitanti di quella zona.
Trascorsero quasi tre anni, poi nel 1855 poté entrare nello Kuang-Si, dove si mise subito a fare apostolato, percorrendo il territorio in lungo e in largo; in breve tempo i neofiti divennero circa duecento e altre conversioni stavano per avvenire. Purtroppo, un uomo aveva sedotto una donna ma questa si era convertita al cristianesimo e non appena lo seppe per vendircarsi denunciò la presenza del missionario al mandarino di Sy-Lin-Hien, che era un acerrimo nemico dei cristiani, accusandolo di sobillare il popolo, fomentando disordini.
Il mandarino allora inviò le sue guardie a Yan-Chan, dov’era padre Augusto Chapdelaine per arrestarlo, ma questi sfuggì alla cattura rifugiandosi in casa di un letterato cristiano a Sy-Lin-Hien.
Il 25 febbraio 1856 la casa venne circondata dalle guardie e perquisita; padre Chapdelaine fu fatto prigioniero insieme a quattro fedeli cristiani che l’avevano accompagnato e il secondo figlio dell’ospite.
La retata di cristiani produsse 25 prigionieri che furono bastonati e torturati.
Il 26 febbraio il missionario fu interrogato e accusato, subì percosse e violenze e fino al 28 restò in attesa che la sua comunità cristiana potesse pagare un riscatto. Il 29 febbraio 1856 fu condannato a morte e ucciso. Padre Augusto Chapdelaine fu beatificato il 27 maggio 1900 da papa Leone XIII e proclamato santo il 1° ottobre 2000, da papa Giovanni Paolo II.