1. I diavoletti e il loro veleno
Si aggirano dei diavoletti, come zanzare, incaricati di iniettare un veleno, una puntura irritante, che dà fastidio. Il veleno che iniettano è “il sospetto di essere sbagliato”.
C’è il diavoletto che si chiama specchio. Ti guardi allo specchio e il diavoletto ti inietta il veleno: sei sbagliato, sei sbagliata. Non sei abbastanza bella, bello, sei troppo piccolo, troppo grasso, troppo magro, troppo brutto. Sei sbagliata, sei sbagliato.
C’è il diavoletto che si chiama pagella. Guardi la pagella e la pagella ti dice: sei sbagliato, non hai voti abbastanza belli, gli altri sono migliori di te, non ce la puoi fare.
C’è il diavoletto che si chiama aspettative. Ascolti quello che dicono i tuoi genitori, i tuoi professori, e ti dicono: sei sbagliato, sei scarsino, non sei all’altezza della tradizione di famiglia, non hai risultati brillanti come li avevo io quando avevo la tua età.
2. Una lettera per te
San Paolo ha scritto una lettera per te e per tutti coloro che sono stati punti dai diavoletti con il veleno dell’“essere sbagliati”. San Paolo scrive agli Efesini a proposito del sentirsi sbagliati: voi non siete sbagliati, siete incompiuti, ma siete chiamati «a raggiungere la misura della pienezza di Cristo». La vita, la vita di ciascuno, non è un risultato, ma una vocazione. Non guardarti allo specchio, guarda a Gesù: «Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre e do la mia vita per le mie pecore».
Voi non siete sbagliati, siete originali. Ciascuno ha le sue qualità caratteristiche: «Ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri […] allo scopo di edificare il corpo di Cristo». Non siete chiamati ad assomigliare a nessuno, se non a Gesù. Anche se il diavoletto ti suggerisce di confrontarti con gli altri per essere invidioso o per essere presuntuoso, per avere un complesso di inferiorità o per essere in concorrenza, Gesù chiama ciascuno non a realizzare i sogni dei suoi genitori, non a imporsi sugli altri, ma a mettere le proprie doti a servizio dell’edificazione del corpo di Cristo.
Voi non siete sbagliati, siete apprendisti dell’arte di vivere. Non lasciarti abbattere dalle sconfitte, non lasciarti umiliare dalla pagella: ogni errore è una occasione per imparare, ogni caduta è un allenamento a camminare meglio, ogni è un invito a diventare migliore.
C’è una cosa che importa soprattutto: ascoltare la voce di Gesù, diventare suoi amici, conoscerlo come il buon pastore e così difendersi dal veleno dei vari diavoletti che circolano come zanzare anche al San Carlo.

