Link: https://www.chiesadimilano.it/cms/documenti-del-vescovo/mario-delpini-documenti-del-vescovo/md-omelie/omelie-anno-2025/tornate-al-signore-e-ditegli-togli-ogni-iniquita-2848740.html
Share

«Tornate al Signore e ditegli: “Togli ogni iniquità”»

XI incontro regionale dei preti e dei diaconi anziani e malati CEL - UNITALSI, Caravaggio, Santuario S. Maria del Fonte - 18 settembre 2025

18 Settembre 2025

1. «Hai inciampato nella tua iniquità»

Sentire il peso della vita. Custodire una sensazione di mortificazione, di frustrazione, di inadeguatezza: avrei potuto fare, avrei potuto dire, avrei potuto tacere, avrei potuto prepararmi, avrei potuto perdonare. Gli anni di ministero sono stati un’abbondanza incalcolabile di grazie. Abbiamo buone ragioni per essere grati. Ma nello stesso tempo riconosciamo di non essere sempre stati all’altezza delle nostre responsabilità: non tutte le nostre scelte sono state giuste, non a tutte le persone incontrate abbiamo rivolto un’attenzione adeguata, non tutte le prediche pronunciate sono state preparate come si sarebbe voluto.

Certo, di fronte agli altri possiamo presentare le nostre giustificazioni e sono giustificazioni che la gente comprende, per il fatto che ci ha visto tanto impegnati, generosi, devoti, disinteressati. Ma di fronte a Dio? Lui sa che cosa c’era e c’è nel nostro animo e sa dei nostri peccati, delle nostre inadempienze, delle nostre mediocrità e meschinità difese come legittime e indiscutibili. Secondo l’accusa del profeta: «Hai inciampato nella tua iniquità».

 

2. Il peso del male subito

Sentire il peso della vita. La memoria e il cruccio e il tormento per quello che ho subito. I rapporti da cui mi aspettavo del bene e ho ricevuto del male. Qualcuno forse anche in famiglia, per il papà che non ha mai avuto stima di me, per la mamma che non è mai stata affettuosa, che ha preferito la sorella, l’altro fratello. Qualcuno forse anche nella relazione con i preti, per quegli atteggiamenti sbagliati, per quella mancanza di stima, di collaborazione. Qualcuno anche nella relazione con la gente, per quelle critiche ingiuste, per quella mancanza di stima o di rispetto.

Gli anni che sono passati non sono bastati a rimarginare le ferite, a cancellare il ricordo, a spegnere il risentimento, la rabbia, il dolore.

 

3. Celebrare il Giubileo

Celebriamo il Giubileo per sentirci dire con verità: deponi il tuo peso, accogli il perdono, la remissione delle colpe e delle pene. Sei perdonato, guarito, non stare a tormentarti con i tuoi sensi di colpa! Rivolgi lo sguardo a Gesù, ricevi la carezza di Maria, accogli la parola che salva, guarisce, conforta!

Celebriamo il Giubileo per sentirci dire con verità: deponi il tuo peso, ricevi la grazia di saper perdonare, di trasfigurare anche il male che hai ricevuto in una preghiera di intercessione.

Il Giubileo con la pratica antica della remissione del debito è l’occasione attuale per dire: finalmente libero, finalmente leggero, finalmente il vino buono che allieta il cuore guarendo ogni tristezza.

Il vino di Cana non è una bevanda inebriante che fa dimenticare, ma è il vino della nuova alleanza che introduce nella comunione con Dio. In questa comunione tutto è salvato, tutto è trasfigurato. «Tutto concorre al bene per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (Rm 8,28). Si realizza la profezia di Osea: «Li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente […] ritorneranno a sedersi alla mia ombra».

Anche a noi, peccatori perdonati, discepoli che perdonano si rivolge il saluto commovente e sorprendente: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28).  Maria diventa sorella perché anche noi riceviamo grazia su grazia: la luce, la gioia, la gloria di Dio abitano il nostro animo e ne illuminano tutti gli aspetti, tutto il tempo, il presente, il passato, il futuro, tutti i sentimenti, tutti i pensieri.