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«Tra voi però non è così»: tratti di originalità cristiana

Natività della Beata Vergine Maria. Inizio dell’anno pastorale 2025/2026. Ammissione dei candidati al Ministero Ordinato. Milano, Duomo - 8 settembre 2025

8 Settembre 2025

«Abiùd […] Eliachim […] Azor […] Sadoc». Gli eruditi sono un po’ indispettiti da Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc. Infatti gli eruditi si lamentano con loro: ma voi chi siete? Che cosa avete fatto nella vostra vita? avete compiuto qualche cosa che meriti di essere ricordato? Avete dato un contributo alla vita del paese, alla cultura, al benessere? Avete scritto qualche cosa? Gli eruditi sono indispettiti perché sono nomi a cui non corrispondono notizie e racconti, imprese e pensieri.

La gente che ascolta le letture della Messa è un po’ indispettita nei confronti di Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc. Infatti quando la gente sente che si annuncia questo brano del Vangelo di Matteo dice: “Che noia? Che cosa vuol dire? Di chi si parla?”.

I predicatori sono un po’ indispettiti nei confronti di Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc. Infatti i predicatori dicono: “Adesso su che cosa faccio la predica? Che cosa avete fatto voi che possa essere un messaggio, una parola di esortazione o di ammonimento? Voi non servite a niente, neppure per una predica. Dovrò ispirarmi alle altre letture”.

Ma Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc si scusano con quelli che li rimproverano e dicono: “Scusateci, in effetti noi non abbiamo compiuto imprese memorabili o detto parole edificanti. Non siamo ricordati sono perché siamo figli di… e padri di… Ciascuno ha avuto la sua storia, i giorni di salute e quelli di malattia, i grattacapi per far quadrare i conti e la fierezza di risultati conseguiti, i nostri peccati e i nostri momenti di fervore. Ma tutto quello che abbiamo fatto è passato e nessuno se ne ricorda più e non merita di essere ricordato, come le vicende di quasi tutti i figli degli uomini quando passano gli anni.

Una cosa si ricorda di noi: siamo quelli da cui è nato Giuseppe, lo sposo di Maria dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Questa solo è la nostra fierezza e la nostra gloria. Questo è quello che possiamo insegnare. Anche noi, come voi, nei giorni del nostro pellegrinaggio sulla terra, siamo vissuti nella persuasione di essere persone qualsiasi, un frammento insignificante di un mondo insensato, senza sapere dove andare, che cosa fare, che cosa sperare. Una cosa però ci ha accomunato: l’attesa di colui che è stato promesso dai profeti, ma per chi sa quando.

Poi, considerando la storia dal punto di vista di Dio, ringraziamo e lodiamo per l’eternità per la rivelazione: per quanto siamo gente insignificante, siamo però quell’umanità in cui il Verbo si è fatto uomo, siamo quell’immensa moltitudine che nessuno può contare, alla quale però il Padre si rivolge chiamando ciascuno per nome: Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc.

Perciò, se volete ascoltare il nostro messaggio, non sottovalutatevi mai. La vita di ciascuno è una vocazione a scrivere la storia della salvezza, il desiderio di Dio di salvare tutti, di ogni generazione, persino di questa generazione che si aggira smarrita sulla terra. Nella mentalità del mondo conta il prestigio, la fama, la ricchezza, la notorietà. «Tra voi però non è così»: quello che conta è abitare quel frammento che è la vita di ciascuno perché viva la propria vocazione a rendere presente Gesù, chiamato Cristo, figlio di Maria.

Perciò, se volete ascoltare il messaggio di noi sconosciuti, Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc, abbiate stima gli uni degli altri e non disprezzate nessuno. Nella mentalità del mondo ci sono rivalità e discussioni su chi sia più importante, ci sono pretese di sedere alla destra e alla sinistra del Signore nel suo regno. «Tra voi però non è così; ma […] chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti» (Mc 10,43s). Anche se ti dai tanta importanza, anche tu sei un fratello, una sorella. Contemplando la beata vergine Maria, umile ed alta più che creatura, riconosci la via per entrare nel regno, la porta stretta che si apre ai bambini. 

Perciò se volete ascoltare il messaggio di noi sconosciuti Abiùd, Eliachim, Azor, Sadoc, che per grazia siamo nella comunione dei santi, camminate insieme, perché la storia è confusa, la strada appare spesso tortuosa e aspra, ma tutto comincia dalla comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e tutto si compie nella comunione dei santi. Nella mentalità del mondo i solisti si sentono più importanti del coro, chi vuole affermare sé stesso corre avanti e lascia indietro gli altri. Tra voi però non è così, ma chi si fa avanti si faccia avanti per servire e chi vuole affermare sé stesso sia quello che si mette a servizio del camminare insieme”.

Noi che abbiamo ascoltato la pagina del Vangelo vorremmo in questo anno pastorale e sempre recepire anche il messaggio degli sconosciuti della genealogia di Gesù.  Camminare insieme, animati da stima vicendevole, e costruire insieme una comunione più evidente e più lieta nelle nostre comunità: la partecipazione all’Eucaristia, l’ascolto dalla parola di Dio ci insegnino le vie per una pratica sinodale delle decisioni, per un ardore condiviso per la missione.

Camminare insieme sia il convenire di persone libere che si fanno avanti per essere a servizio della comunione nella Chiesa e della missione della Chiesa nel mondo. Perciò ringraziamo questi nostri fratelli che chiedono di essere ammessi tra i candidati al Ministero Ordinato di diaconi e di presbiteri: anche per loro è effusa la grazia di essere dentro la genealogia di Gesù perché sia formato il Cristo in tutti.

Perciò ringraziamo anche i laici che si sono resi disponibili per i Ministeri Istituiti e che sono prossimi all’Istituzione dopo questi due anni di formazione.