Quanti alberi e fiori ed erba ha piantato il Signore nel giardino primordiale! Non si possono contare e tutti contribuiscono alla bellezza del giardino, alla gioia dell’uomo e della donna e al sorriso di Dio. E quale splendore aveva il giardino in quel primo giorno della settimana, quando Maria piangeva! Nel giardino ogni albero produce il suo frutto, ogni erba produce il suo fiore, ma Dio passeggia sulla brezza del giorno. Ogni frutto ha la sua bontà, ogni fiore ha la sua bellezza. Ma che dire della brezza del giorno, della brezza leggera che sussurra sul monte di Dio per consolare il profeta spaventato?
Ecco: si può dire che la brezza leggera, la brezza del giorno sulla quale cammina il Signore sia la verginità. La verginità consacrata nell’Ordo Virginum è come una brezza leggera: non sta chiusa tra quattro mura, non si lascia definire in un compito specifico. Piuttosto percorre il giardino dove passeggia il Signore Dio per annunciarne l’arrivo, per rivelarne la presenza. Perciò le vergini consacrate non attirano l’attenzione, non rivendicano un ruolo, non esibiscono un segno di riconoscimento. Sono una presenza discreta, docile al soffio di Dio, allo Spirito Santo, perciò invochiamo per loro, secondo la preghiera di consacrazione, che siano prudenti nella modestia, sagge nella bontà, austere nella dolcezza, caste nella libertà.
La verginità consacrata è come una brezza leggera che percorre la città, come dice l’innamorata del Cantico: «Farò il giro della città, per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia». L’Amato è sempre da cercare e il desiderio ardente di essere «come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio» è un sospiro struggente piuttosto che un possesso assicurato. Perciò nel giardino, alla brezza del primo giorno della settimana c’è una donna che piange e il custode del giardino le chiede: «Perché piangi? Chi cerchi?». L’incontro che rivela la verità della risurrezione di Gesù non rende possibile fermarsi, non è possibile trattenere: «Va’ dai miei fratelli e di’ loro». Come non si ferma il vento, così non si ferma la vergine consacrata, perché ha un messaggio da portare, un’esperienza da condividere, l’incontro di cui dare testimonianza.
La verginità consacrata vive di questo movimento che non si ferma mai perché cerca Gesù e parla di Gesù, sta con Gesù ma non lo trattiene, piuttosto ne diventa testimone. Così la verginità consacrata non è uno stato di vita, un compimento felice, come sognava l’innamorata del cantico: «Lo strinsi forte e non lo lascerò finché non l’abbia condotto nella casa di mia madre». La verginità consacrata, come la brezza, non porta frutto, ma trasporta il polline perché ogni albero produca il suo frutto. La verginità consacrata non ha un’opera da compiere, un risultato da conseguire, un frutto da portare. Piuttosto, come una brezza leggera, sveglia con delicatezza la libertà dei fratelli e delle sorelle assopiti o stanchi o spaventati e li incoraggia a produrre il proprio frutto, a far risplendere la loro bellezza.
Le vergini consacrate dell’Ordo Virginum sono chiamate a vivere la misteriosa fecondità che non genera figli, ma propizia il futuro, la maternità. Come saranno feconde le vergini consacrate? Saranno testimoni di quell’amore di Dio che sperimenta l’inaudito: «Tutto concorre al bene». Perciò dovranno visitare i luoghi dove gli uomini e le donne sono tentati di disperare perché sono insopportabili «la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada». La brezza leggera è dove camminano gli angeli per sussurrare: «ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati». Nell’oppressione insopportabile della storia che è come una fornace ardente alimentata per bruciare le speranze, la verginità consacrata, come la brezza leggera del giorno offre il sollievo e la testimonianza: nulla «potrà mai separarci dell’amore di Dio che è in Cristo Gesù».
Ecco, queste sorelle che oggi il Signore consacra sono inviate come una brezza leggera, sempre in movimento per cercare l’Amato, sempre a servizio per incoraggiare la speranza, sempre docili allo Spirito per convertirsi alla santità lieta, semplice, discreta.

