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Il cantico della luce

Trasfigurazione del Signore. Giubileo dei giovani - Gemellaggio con la Diocesi di Gaeta, Gaeta, Stadio “Antonio Riciniello” - 6 agosto 2025

6 Agosto 2025

1. Voglio cantare il cantico della luce

Voglio cantare della veste del mio Signore che divenne candida e sfolgorante, voglio cantare della nube luminosa, voglio cantare della gloria che videro i discepoli che resistettero alla tentazione del sonno e rimasero svegli.

Voglio cantare della luce e della gloria di Dio, della gloria che Gesù ricevette da Dio Padre quando giunse a lui la voce dalla maestosa gloria.

 

2. Voglio cantare il canto della luce che risplende nella carne di Gesù

«Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria» (Gv 1,14). Voglio cantare la luce che si irradia dalla carne del Signore, dal suo essere “uomo in carne e ossa”.

Il cantico della luce non esalta l’evasione dalla storia, ma esalta l’incarnazione: cioè qui dimora la gloria, in questa carne fragile, in questa carne crocifissa, in questa storia tragica; qui il Verbo ha posto la sua dimora. La gloria di Dio non abita nella fuga dal mondo, nel disprezzo della storia, nella fantasia che abita altri mondi e improbabili paradisi, la luce della gloria non brilla in una qualche euforia artificiosa, lontano dal peso del quotidiano e dalla fastidiosa convivenza ordinaria.

Il cantico della luce esalta invece la rivelazione del Verbo che si è fatto carne perché la carne, cioè la vita concreta dei figli degli uomini, potesse diventare la vita dei figli e delle figlie di Dio. Canto della vocazione della storia umana a diventare la storia del Verbo, la storia dell’amore di Dio che tutti accoglie nel suo regno e avvolge della sua luce.

 

3. Voglio cantare il cantico della luce che vince le tenebre

Voglio cantare della luce che salva dalla confusione. La luce che si rivela in Gesù rivela la via del bene e della gioia e smaschera l’inganno che confonde male e bene e smentisce la persuasione ostinata e sciocca che il male sia divertente e che in torbide acque velenose si possa piacevolmente immergersi.

«Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo». Il cantico della luce ascolta la parola che si può ascoltare, la presenza che si può incontrare, l’amicizia che si offre nella vita del Figlio e rivela la via della vita, la via della gioia che non delude, la via della verità che salva, la vocazione di ciascuno a essere figlio figlia di Dio.

 

4. Voglio cantare il cantico della luce che ci rende luce

Voglio cantare del fuoco che ci rende fuoco, voglio cantare di quell’ardore che rende appassionati della vita trasfigurata dalla gloria del Signore. Voglio cantare della vita che vuole farsi dono, della vita che genera vita, della vita che condivide il dono di essere vivi e di essere pellegrini di speranza.

Il cantico della luce non è il rumore inquietante e affascinante, non è il bagliore artificioso dell’andare dietro a favole artificiosamente inventate. Canta piuttosto di quella luce che viene dal Figlio glorificato che avvolge di luce tutta la vita e la vita di tutti, come fu dei pastori nella notte santa: «Apparve l’angelo del Signore e la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9).

Voglio cantare il cantico della luce che siete voi, inviati come angeli del Signore perché tutti coloro che incontrate possano riconoscere un frammento di luce e ricevere la rivelazione della vocazione a entrare nella gloria del Signore che avvolge di luce ogni vita e ogni storia.