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Voi però

Ricordo di don Piero Arrigoni – Cent’anni di ribelle obbedienza, Vedeseta (BG), Sant’Antonio Abate - 5 luglio 2025

5 Luglio 2025

1. Una presenza che si riconosce

La strada è piena di rumori, auto, moto, camion: vanno e vengono. Chi ci bada? Ma la sirena di un’ambulanza richiama l’attenzione: c’è qualcuno che sta male.

L’aria è piena di rumori, uccelli che cantano, aerei che passano. Chi ci bada? Ma se suonano le campane tutti riconoscono un invito o una comunicazione: c’è una funzione; oppure: qualcuno è morto.

In paese passa tanta gente, di ogni età, di ogni condizione, c’è chi è giovane e chi è adulto e vecchio, c’è chi è in piena forma e chi è acciaccato, c’è chi è ricco e chi è povero, chi è laureato e chi è analfabeta. Chi ci bada? Se però c’è un uomo o una donna in divisa, come polizia locale, come carabinieri, tutti riconoscono un ruolo e nel comportamento rivelano di aver notato la persona in divisa.

Ci sono dunque presenze che si riconoscono e che richiamano l’attenzione e, in qualche caso, ispirano un comportamento: le auto si accostano per lasciar passare l’ambulanza, i fedeli si mettono in cammino per rispondere all’invito delle campane e andare a Messa, gli automobilisti rallentano ed evitano parcheggi scorretti per evitare le multe dei vigili.

Tra i molti che vivono in paese e in città, c’è qualche segno che fa riconoscere i cristiani?

 

2. Don Piero Arrigoni (Vedeseta, 1914 – Caglio, 2014)

La figura di don Piero, illuminata dalla Parola di Dio proclamata in questa celebrazione, può aiutare ad imparare qualche tratto dell’originalità cristiana.

L’originalità cristiana non si fa notare per l’esibizionismo delle imprese, ma per la coerenza dei pensieri e della vita. Non s’impone come un potere che pretende di essere obbedito, ma offre un servizio che viene accolto come una benedizione, come un’ambulanza che corre in aiuto, come un suono di campane che convoca la comunità.

Alcuni tratti dell’originalità cristiana.

 

2.1 L’esagerazione sorprendente della carità

I discepoli di Gesù ricevono il comandamento di vivere in conformità alla carità di Gesù. Nel contesto mondano di rapporti segnati dal calcolo del proprio interesse (aiutare coloro dai quali ci si aspetta di essere aiutati) la carità cristiana si distingue perché si rivolge a tutti, non distingue tra parenti ed estranei, cittadini del paese e uomini e donne di altri paesi.

L’universalità della carità è sorprendente, per esempio, in don Piero: gli episodi celebri dei tempi del regime e della resistenza e l’attività quotidiana attenta a tutti gli abitanti del paese e ai diversi bisogni del paese (dalle strutture, all’istruzione, alla pratica sportiva).

L’universalità della carità è sorprendente in questo tempo in cui i popoli si considerano nemici e le guerre esprimono il desiderio di sottomettere e, se possibile, eliminare i nemici: i cristiani sono il popolo della pace.

 

2.2 «Trattare il proprio corpo con santità e rispetto»

Lo stile di vita raccomandato da Paolo è caratterizzato dal rispetto del corpo proprio e altrui: «in questo campo nessuno offenda o inganni il proprio fratello». Il modo di trattare il proprio corpo e il mondo di stabilire relazioni con gli altri non deve essere dominato dalla passione, «come i pagani che non conoscono Dio». Il criterio del comportamento non può essere la passione, cioè quello che io sento, quello che mi attrae, ciò che mi piace e perciò voglio avere.

Il rispetto per il proprio corpo e per le altre persone è originale in un contesto in cui, per molti aspetti, sembra che il corpo sia ridotto ad un oggetto, una cosa da usare, da godere, da esibire. Il rispetto significa riconoscere la dignità della persona, che non può mai essere un oggetto, uno strumento per il proprio piacere. Le molte forme di violenza domestica, le passioni che inducono a pretendere dall’altro prestazioni umilianti, la volgarità diffusa insieme con la violenza nelle trasmissioni e sui Social è un segnale preoccupante della decadenza di una civiltà che ha nel rispetto della persona un punto qualificante.

 

2.3. «Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo»

Il criterio per vivere, la strada da percorrere per una vita buona, i comandamenti della misericordia di Dio non sono un galateo, un principio d’ordine o di legalità per la convivenza. Piuttosto sono l’espressione dell’appartenenza al Signore: possiamo praticare la carità, possiamo vivere con rispetto e dignità, perché siamo del Signore.