1. Tre menzogne per ingannare
Ci sono tre inganni che ci conducono su una strada sbagliata. Uomini e donne, fin dall’inizio dei tempi e in ogni tempo e in ogni situazione possono essere vittima dell’inganno. La menzogna appare più attraente della verità, la complicazione più intelligente della semplicità, la cattiva notizia più credibile e interessante della buona notizia. Siamo esposti alla seduzione del male che si presenta come fosse un bene.
Oggi siamo chiamati a vigilare per non lasciarci ingannare.
1.1 Il primo inganno: diffidate di Dio
Così propone il serpente: diffidate di Dio. Il suo comandamento è per tenervi sottomessi. La sua legge è per mortificare la vostra libertà. È più furbo chi fa a meno di Dio. Vive meglio chi vive come se Dio non esistesse. È più intelligente chi dichiara: “Io di Dio non ne so niente, io sono agnostico”. È più credibile e convincente l’immagine di Dio proposta dal serpente, piuttosto che la verità di Dio rivelata dalla sua misericordia, dalla sua creazione per ospitare uomini e donne in un giardino di pace.
Uomini e donne vittime dell’inganno preferiscono rovinarsi con le proprie mani piuttosto che salvarsi per la grazia di Dio.
1.2 Il secondo inganno: il male è più forte del bene
Quelli che raccontano la storia, quelli che descrivono il mondo insistono per convincere che il male è invincibile, che la cattiveria è inestirpabile, che la violenza è irresistibile, che la pace è impossibile, che tutte le buone intenzioni sono illusioni, che i miti sono destinati ad essere vinti e sottomessi, che i prepotenti sono destinati a trionfare e a dominare sugli altri.
Fin dall’inizio dei tempi si prevede che l’umanità è in via di estinzione, il fratello mette a morte il fratello, e di speranza non ce n’è più, forse non ce n’è mai stata: «Per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna».
1.3 Il terzo inganno: tu non sei all’altezza
Il proposito di Giuseppe è di rinunciare a Maria: in lei si compie un’opera troppo grande, è stata chiamata con una vocazione troppo santa, ha accolto in sé un mistero troppo grande. Io non sono all’altezza, io mi tiro indietro.
Molti uomini e donne si accontentano, non si ritengono all’altezza di una vocazione santa, di una responsabilità per opere di bene, per una collaborazione al desiderio di Dio di rendere tutti partecipi della sua vita. Si tirano indietro, non si ritengono all’altezza di un grande amore, di una responsabilità nella comunità. “La mediocrità è la misura giusta per me”.
2. «Non temere»
C’è un angelo del Signore che visita i nostri sogni e le nostre paure, c’è una parola di Dio che raggiunge coloro che sono disposti ad ascoltare, c’è una opera di Dio che vuole smentire l’inganno. La comunità cristiana, in particolare la sua presenza in questo territorio come Comunità Pastorale “Maria Regina della Famiglia” ha la missione di testimoniare la verità e convincere a percorrere le strade di Dio.
L’angelo di Dio visita i sogni di Giuseppe e viene a visitare le nostre esitazioni. “Non temere, sarai ad accompagnare il farsi uomo del figlio di Dio, ad insegnare a Gesù il mestiere di essere un uomo”. Così dice a ciascuno l’angelo di Dio: “Non temere! Tu non sei capace di fare tutto, ma sei capace di far fronte per portare a compimento la tua vocazione! Non temere, non scoraggiarti: tu non puoi sradicare le erbacce da tutta la Pianura Padana, ma sei all’altezza del compito di tenere pulito il tuo metro quadro, perché il buon seme produca il suo frutto. Non temere, non ti è affidato un compito impossibile: solo un metro quadro”.
Il Signore del cielo e della terra rivolge la sua parola all’uomo e alla donna che sono stati ingannati dal serpente: “Non lasciatevi ingannare. Io non pretendo niente, io – dice Dio – voglio darvi tutto. Non dubitate: voi potete abbandonarmi, ma io non vi abbandono mai, vengo a cercarvi anche là dove vi siete nascosti per vergogna e ci richiamo alla vostra dignità di interlocutori di Dio, imperfetti e fragili, ma interlocutori di Dio, figli di Dio! Non lasciatevi ingannare: voi forse perdete la stima di voi stessi a causa dei vostri peccati, io continuo ad avere stima di voi, siete fatti a immagine di Dio!”.
Il mistero di Cristo è annunciato attraverso la sua passione, morte, risurrezione e smentisce il pessimismo: «Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti».
La comunità cristiana è l’angelo del Signore che raggiunge gli uomini e le donne, in nome di Dio, per dire: “Non sottovalutatevi; la comunità cristiana è la voce del Signore del cielo e della terra, che invita gli uomini e le donne che si nascondono per vergogna a non ingannarsi a proposito di Dio; la comunità cristiana è la testimonianza del mistero di Cristo che sovrabbonda e vince il male e offre a tutti salvezza”.
Questa è la missione della comunità cristiana. E il Vescovo in sostanza deve essere a servizio di questa missione.

