Il profeta promette: «darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro». Abbiamo tutti bisogno di un rinnovamento, di una conversione, di cogliere l’occasione del Giubileo in questo anno santo per essere pellegrini di speranza. Dalle letture proclamate possiamo trarre ispirazione per comprendere i tratti caratteristici del “cuore nuovo” dell’imprenditore.
1. Il cuore riconoscente: lo spirito di gratitudine
La novità non nasce dalla paura, ma dallo stupore: c’è qualche cosa di grande, bello, affascinante in cui ci troviamo a vivere. Grazie! In particolare un’impresa è un dono che si riceve. Per molti anche concretamente: l’impresa è stata avviata dal papà, dal nonno, da uno di famiglia: è una strada già tracciata, un patrimonio di conoscenze, di rapporti, di risorse che sono stati preparati dalle generazioni passate per le generazioni presenti e future: grazie!
Per tutti, in ogni caso, l’impresa è sempre frutto di una comunità: nessuno si è fatto da sé, anche se alcuni hanno la presunzione di presentarsi così. Che cosa può fare un individuo da solo? Come operare, senza operai? Come lavorare senza collaborare? Come procedere senza una procedura definita da altri, sostenuta da una rete di rapporti, da un riferimento alle istituzioni? Grazie!
2. Il cuore coraggioso: «non preoccupatevi»!
Le preoccupazioni invadono la mente, consumano energie, spaventano, confondono il pensiero. Gesù esorta a non preoccuparsi.
Non preoccupatevi! Le cose facili non sono per voi. Siete fatti per le cose difficili, ma non spaventatevi. Voi potete farcela! Abbiate fiducia e stima di voi stessi.
Non preoccupatevi! I tempi non sono mai favorevoli, il mutare del panorama internazionale, le guerre interminabili e rovinose, le idee bizzarre dei potenti di turno complicano la vita e ostacolano il lavoro. Ma voi potete farcela! In ogni situazione ci sono occasioni.
Non preoccupatevi! Siate prudenti, sì; ma non bloccati dalla preoccupazione! Consultate gli esperti. Confrontatevi con quelli che sono sulla stessa barca, ma cercate la via per andare avanti piuttosto di lasciarvi cadere le braccia e cercare una vita più tranquilla di quella dell’imprenditore:
Non preoccupatevi! A volte sembra che quelli da cui ti aspetti un aiuto non facciano nulla per affrontare i problemi e cercare di risolverli. Anzi talora diventano un ostacolo, con tante scelte incomprensibili. Ci sono motivi per guardare avanti e non lasciarsi cadere le braccia: “Insieme per aggiustare il mondo”.
3. Un cuore amico della giustizia
La giustizia è parola misteriosa, ma senza la pratica della giustizia una società precipita o nel caos o nella tirannide.
Il cuore giusto distingue bene da male, prima di distinguere conviene o non conviene.
Il cuore giusto si prende cura che ogni persona sia rispettata: che si tratti del dirigente principale o dell’operaio che si cura delle pulizie, del tecnico imperdibile o del dipendente che è meglio perdere che trovare.
Un cuore giusto vigila sulla sicurezza e cerca di convincere tutti a essere attenti della sicurezza propria e altrui.
Un cuore giusto vigila anche sulle condizioni di lavoro, sugli stipendi, sulle attenzioni ai fragili: che ciascuno sia riconosciuto per quello che è e siano rispettate le proporzioni. Il cuore giusto sente fastidio dello spreco, dell’esibizione del lusso, dell’atteggiamento del lavativo.
4. Il cuore solidale: la sensibilità comunitaria. «Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terra in cui siete stati dispersi».
Il bene comune è il vero bene da cercare. Non solo il proprio interesse. L’impresa, per prosperare, ha bisogno di essere una comunità, un contesto in cui si incontrano popoli e culture e competenze. Solo insieme si può lavorare. La comunità condivide le fatiche e perciò condivide in modo proporzionato anche quello che la fatica di tutti ha conseguito.
Essere insieme impegna chi ha maggiori responsabilità a riconoscere i talenti di ciascuno, a offrire buone ragioni per metterli a servizio del bene comune. L’impresa non è una astrazione: si colloca in un territorio, in un tessuto sociale e l’essere insieme impegna all’attenzioni di tutti verso tutti.
Il territorio in cui si colloca l’impresa ha diritti e doveri: ciascuno deve dare e ciascuno deve ricevere. La buona qualità della vita, dell’ambiente, delle relazioni è una attenzione irrinunciabile per tutti, anche per l’imprenditore, ma non solo.
5. Uno spirito amico della pace: un cuore pacifico
La concorrenza non è la guerra, ma l’emulazione. La differenza dei punti di vista non deve finire nello scontro.
«Il fratello farà morire il fratello, il padre i figli, i figli si alzeranno ad accusare i genitori». In un contesto in cui sembra che domini la legge del più forte, e ciascuno si fa avanti sgomitando, e una gioia maligna talora abita chi rovina l’altro, il cuore nuovo è la visione lungimirante che riconosce il bene supremo e anche il vantaggio della solidarietà.
- Uno spirito riconoscente: la gratitudine
- Uno spirito coraggioso: fierezza, audacia, superamento del turbamento che paralizza.
- Un cuore amico della giustizia: che ciascuno sia rispettato e che di ciascuno ci si prenda cura.
- Uno spirito solidale: un senso di comunità e di responsabilità sociale.
- Uno spirito pacifico: curare la gestione dei conflitti.

