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«La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»

XXV anniversario di Ordinazione Presbiterale, Giubileo 2000 – Giubileo 2025, Milano, Duomo - 3 giugno 2025

3 Giugno 2025

1. Una promessa smentita dai fatti?

Gesù dichiara la sua intenzione. Gesù riassume la sua missione. Lo scopo di tutta la rivelazione è la gioia dei suoi discepoli.

Ma i suoi discepoli sembrano smentire l’intenzione di Gesù: infatti non risulta evidente che abiti in loro la pienezza della gioia. Capita spesso di incontrare persone devote, ma tristi; incontro persone impegnate nel mettere in pratica il comandamento di Gesù ma scoraggiate, persone che si dichiarano e si riconoscono cristiani, ma spente, avvilite, infelici.

Dunque si deve dire che Gesù ha promesso ma non ha mantenuto? Si deve pensare che la sua parola, le sue confidenze non bastino alla gioia della gente? Se ne deve concludere che la missione di Gesù è fallita?

 

2. Com’è la gioia di Gesù? Com’è la pienezza della gioia?

Forse la tristezza dei cristiani che smentisce la promessa di Gesù ha il suo principio in una delusione, in una aspettativa sbagliata. Forse i discepoli di Gesù, quelli che hanno deciso di seguirlo, di ascoltarlo, di imitarlo, si aspettano di essere garantiti dai dispiaceri, di essere al sicuro dalle disgrazie, di vivere una vita tranquilla in cui vedere realizzati di propri desideri.

Ma la gioia di Gesù non è una garanzia di essere al riparo da ogni male.  Gesù, del resto annuncia ai suoi discepoli l’odio del mondo: se hanno perseguitato il maestro, anche i discepoli saranno perseguitati. Dunque la gioia di Gesù non è la tranquillità di una vita senza fastidi.

La gioia di Gesù è la sua relazione con il Padre: il Padre lo ama e Gesù rimane nel suo amore. La pienezza della comunione con il Padre è la pienezza della gioia.

 

3. Le porte chiuse per impedire alla gioia di entrare

Si riconosce quindi che la tristezza dei discepoli viene dal fatto di non accogliere il dono della gioia, la grazia di rimanere nell’amore del Padre. Il Signore è alla porta e bussa. Ma se la porta non si apre, come potrà entrare la gioia che il Signore offre?

Ecco ci sono porte chiuse. Gesù vuole entrare nella nostra vita, ma la porta è chiusa: la vita è mia. Gesù vuole entrare nel nostro modo di vivere i rapporti con gli altri, ma la porta è chiusa: i rapporti con gli altri li gestisco io, mescolando amore e indifferenza, simpatia e antipatia, riconoscenza e risentimento. Non venirmi a dire di perdonare o di amare i nemici. Gesù vuole entrare nel mio modo di gestire il tempo, i soldi, il corpo, il modo di pensare, ma la porta è chiusa: i miei soldi, il mio tempo, il mio corpo, il mio modo di pensare me li tengo io.

Perciò non entra la gioia, perché la porta è chiusa.

 

4. Il mistero per convincere ad aprire la porta al Signore che bussa

In questi venticinque anni di ministero i preti hanno fatto tante cose, affrontato responsabilità e fatiche, hanno avvertito l’affetto e la gratitudine di molti, insieme anche all’indifferenza e talvolta all’asprezza dei rapporti e all’ingiusta cattiveria.

Ma forse si può riassumere il ministero vissuto e il ministero futuro in questa missione: aiutare la gente ad aprire la porta alla gioia. Intanto però i preti sperimentano la pienezza della gioia perché accolgono Gesù senza chiudere nessuna porta della loro vita.