1. La Visita Pastorale
La Visita Pastorale è l’occasione per dirvi: “Voi mi siete cari. Voi mi state a cuore”. Mi dispiace di non riuscire ad esprimere in modo constatabile la mia sollecitudine per questa comunità, mi dispiace del malcontento e del malumore che mi sembra talora di percepire. Normalmente il Vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal Vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La Visita Pastorale è l’occasione per dirlo di persona.
La Visita Pastorale è l’occasione per esprimere e raccomandare la consapevolezza di essere parte della Chiesa di Milano, e di essere inseriti nella comunione cattolica. La Visita Pastorale è l’occasione per incoraggiare a sentirsi parte della Chiesa diocesana e a mettere a frutto le proposte, a partecipare alle convocazioni, a qualificare persone disponibili per accompagnare i giovani in cammini di fede e di appartenenza alla comunità cristiana ed alla sua missione. Le proposte diocesane sono un aiuto a interpretare la presenza della comunità cristiana in questo territorio non come un dato tradizionale scontato e assestato, ma come una missione.
La costituzione della Comunità Pastorale “Santa Maria del Monte Barro” ha convocato per una pastorale di insieme istituzionalizzata quattro Parrocchie: «Gli inizi non sono stati facili; realtà molto diverse si sono ritrovate a vivere insieme e a reinventarsi per trovare e far crescere una nuova unità che non era presente prima. Con il tempo però le iniziative e i rapporti tra le 4 realtà, molto diverse tra loro, si sono rafforzati nell’unica Chiesa che settimanalmente si riunisce attorno all’altare. Non siamo più quattro parrocchie distinte, ma quattro realtà che, ciascuna con le proprie specificità, si ritrovano unite in una Comunità più grande. È la condivisione che fa nascere tutto».
Siate consapevoli, siate fieri, siate disponibili per una vita della Parrocchia che sia inserita nella vita della città, nei rapporti con le altre Parrocchie del territorio, nel Decanato, nella Diocesi che è la Chiesa locale nel suo mistero e nella sua configurazione reale, all’interno della Chiesa Cattolica.
La Visita Pastorale è il momento per ascoltare insieme la Parola di Dio, quello che il Signore vuole dire, oggi a questa comunità, nella celebrazione della Messa domenicale.
2. «Il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia»
2.1 «Per il momento non siete capaci di portarne il peso»: l’inadeguatezza
I discepoli di Gesù sono inadeguati, non sono capaci di portare il peso della verità di Gesù e del suo annuncio. Non capiscono quello che Gesù intende dire. Non sanno come interpretare il tempo che vivono. Non hanno abbastanza speranza per custodire la gioia. Restiamo discepoli inadeguati, smarriti, a disagio in un mondo incomprensibile: «voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà».
Così possiamo comprendere anche la nostra situazione e il nostro tempo: siamo inadeguati in un contesto con cui non riusciamo a condividere la nostra speranza. Siamo inadeguati: preti, laici, gente che vuole impegnarsi, gente che coltiva aspettative che rimangono deluse. Abbiamo l’impressione di non essere all’altezza della nostra missione di annunciare il Vangelo. Abbiamo l’impressione di non essere all’altezza delle responsabilità che siamo chiamati ad assumere. Abbiamo l’impressione di non essere all’altezza delle sfide che caratterizzano il nostro tempo e il nostro contesto. Viviamo questa inadeguatezza con una inclinazione allo scoraggiamento, al malumore, alla tristezza, come Gesù nel Vangelo.
2.2 «La vostra tristezza si cambierà in gioia»
Non vinceremo il malumore e la tristezza per un qualche intervento sconvolgente. Non diventeremo adeguati alla missione e all’edificazione della comunità per uno sforzo di volontà. Ma la promessa di Gesù si compie nell’esperienza della gioia. Il mondo non diventa amico del Vangelo, noi non diventiamo eroi adeguati all’impresa.
L’opera di Dio giungerà a compimento con il dono dello Spirito: «quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà alla verità tutta intera». La via da percorrere è quella della docilità: lasciarsi condurre dallo Spirito. Lo Spirito ci guida alla verità di Gesù, a comprendere che la via che porta alla gioia è l’amore fino alla fine, fino alla croce, fino ad affidare il piccolo, inutile seme alla terra, perché produca frutto.
2.3 «Va’, perché io ti manderò lontano, alle nazioni».
Paolo, ispirato dalla visione del Signore, si cerca la sua strada e incontra molti fallimenti: «non accetteranno la tua testimonianza su di me». La testimonianza su Gesù e sul suo Vangelo diventa la storia di un uomo, la vocazione personale di Paolo.
Così continua la missione con la risposta di ciascuno alla sua vocazione, con la docilità di ciascuno per la missione che il Signore gli affida.
Tre dunque le parole che orientano il nostro pensiero e devono ispirare la nostra azione e possono correggere la nostra tristezza e il nostro malumore:
- la consapevolezza di essere inadeguati;
- la disponibilità alla gioia dello Spirito;
- la risposta alla nostra vocazione.

