1 «Perché siete turbati?»
Forse Gesù si rivolge alla zia Maria e le chiede: “Perché sei turbata tu, zia Maria?”. Forse la zia Maria risponde così: “Sono turbata e sorgono dubbi nel mio cuore per come vanno le mie cose, perché la mia vita è piena di dispiaceri, il mio corpo di dolori. Sono una brava donna, una brava cristiana. Non ho fatto mai niente di male a nessuno. Adesso mi pare che tutto vada male per me. E tu, Signore, non puoi farci niente. Non sei altro che un fantasma, un’illusione, un motivo di spavento piuttosto che una potenza che salva”.
Forse Gesù si rivolge a Claudio, marito di Pinuccia e papà di Serena: “Perché sei turbato, Claudio?”. Forse Claudio risponde: “Sono turbato per come vanno le cose in casa mia. Siamo brava gente, abbiamo cercato di essere bravi genitori. E adesso non sappiamo che cosa fare con la nostra figlia maggiore. L’abbiamo chiamata Serena, ma non è serena per niente. Non sappiamo come trattarla. Non si può aprir bocca con lei. Non parla più con noi se non per dire parole che feriscono. Non mangia quasi più. Vive solo attaccata al suo tablet e non si sa di che cosa viva. E tu, Signore, non puoi farci niente. Hai detto delle belle parole, sei morto, sei risorto e sei andato via. E non ci aiuti per niente!”.
Forse Gesù si rivolge al prof. Mimmo: “Perché sei turbato, Mimmo?”. Forse il prof. Mimmo risponde: “Sono turbato per come va il mondo. Vedo il mondo andare alla malora. Insegno politiche di pace e diritto internazionale. E vedo calpestato il diritto e scomparsa la pace. Vedo la solidarietà internazionale frantumata in egoismi e prepotenze. Vedo le immense risorse sprecate per distruggere e le parole di pace perdersi nel vento. E tu, Signore, non puoi farci niente: le tue parole sapienti e ispirate rimangono scritte nei libri e proclamate nei discorsi che nessuno ascolta. Tu non puoi farci niente!”.
2. «Di questo voi siete testimoni»
Gesù nel Vangelo, come in mezzo a noi, si presenta per rivelarsi vivo, risorto. Non un fantasma, ma un mistero che si apre alla fede. «Toccatemi, guardate»: sono pane, sono vino, sono fuoco, sono Chiesa. «Per la gioia non credevano». Sarebbe bello accoglierti nella tua gloria, ma che cosa puoi fare per vincere il nostro turbamento, il nostro spavento, le nostre paure e il nostro smarrimento?
«Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture». Gesù rivela che la sua missione si compie nel mistero della Pasqua, la sua morte e risurrezione, cioè il suo morire è la rivelazione della sua potenza. La salvezza operata da Gesù non è un’opera che ricrea il mondo, che costituisce un regno. Non offre la soluzione ai problemi che turbano le persone, le famiglie, il modo. Piuttosto chiama a conversione, rende responsabili della testimonianza: «Di questo voi siete testimoni». Ci riveste di potenza dall’alto, perché noi possiamo trovare nel nostro turbamento la parola che chiama a conversione e al perdono dei peccati.
Gesù non crea un mondo nuovo e perfetto. Invece cambia il cuore di coloro che credono in lui e sono testimoni della sua opera. I discepoli credenti sono chiamati a essere testimoni che la via della vita è l’amore fino al sacrificio: nelle relazioni internazionali, nelle dinamiche familiari, c’è una sola via di salvezza, amare come ama Gesù, amare, anche per niente, amare, anche senza vedere i frutti dell’amore, amare stare con Gesù.
I discepoli credenti sono chiamati ad essere testimoni che la gioia è frutto dell’incontro con Gesù risorto: lui solo è capace di dare gioia alla zia Maria, a Claudio, a Mimmo. L’incontro reale con Gesù è il dono irrinunciabile della Pasqua
I discepoli credenti sono chiamati a essere testimoni della speranza: Gesù non è un fantasma, ma colui che ha vinto la morte e ci ha reso partecipi della sua morte e della sua gloria: «Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo vostra vita sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria».

