1. I sacerdoti e gli anziani, per negare
Di fronte alla notizia dell’evento inaudito, i sacerdoti si riuniscono con gli anziani e si consultano. Non sappiamo quale discorsi si siano fatti in quella riunione. Ne sappiamo la conclusione: inventare una bugia.
L’annuncio della risurrezione mette a disagio, obbligherebbe a domandarsi che cosa sia veramente successo, riconoscere di aver commesso un tragico errore di valutazione, interrogarsi sulla novità che può rinnovare tutto e offre un nome nuovo alla speranza. Invece importante è negare quello che disturba, sconvolge, per conservare la posizione, la situazione e le proprie convinzioni.
La testardaggine ottusa costringe a inventare bugie.
2. I soldati: l’indifferenza
«Presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute». Sono testimoni del mistero, hanno visto tutto quanto è accaduto. Ma a loro non interessa. Hanno paura di essere puniti per non aver ben vigilato. In realtà ci hanno anche guadagnato. L’indifferenza è comoda, è vantaggiosa. Altre cose sono più importanti di quello che è accaduto.
3. «In fretta […] con timore e gioia grande corsero»
Le donne hanno ricevuto l’annuncio sconvolgente e la notizia più bella della storia. La gioia e il timore si mescolano nell’animo e non c’è tempo, non ci sono le condizioni per pensare, per porsi domande, per esitare, per cercare le prove, per rendersi conto. Corrono, liete e timorose, hanno fretta. Sono invase dalla gioia.
4. Papa Francesco
È entrato nella gloria di Dio, nella comunione dei santi, nella pienezza della gioia.
Il Signore chiede tutto e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati, come ha scritto nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate (n. 1): «“Rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. In realtà, fin dalle prime pagine della Bibbia è presente, in diversi modi, la chiamata alla santità. Così il Signore la proponeva ad Abramo: “Cammina davanti a me e sii integro” (Gn 17,1)».
L’espressione più ripetuta da Papa Francesco è stata: per favore, pregate per me.
I propositi del pontificato di Papa Francesco sono concentrati sul nome che ha scelto: Francesco significa la povertà, la perfetta letizia nel tormento fisico e psicologico, la fraternità universale.
I tratti del temperamento più evidenti sono stati la tenacia, fino alla testardaggine, l’espressione del volto che diceva la grande simpatia con il sorriso e diceva l’insofferenza verso stili e persone.
Dunque noi preghiamo per Papa Francesco per ringraziare e per accompagnarlo nell’ingresso nella gloria di Dio.

