Gesù si ostina ad amare ed a chiamare ogni uomo ed ogni donna per renderli partecipi della sua amicizia, della sua vita, della sua gloria. Gesù ancora ti ama e ti chiama.
“Ma noi, Pietro, Giovanni, Giacomo, non siamo riusciti a stargli vicino nel momento dell’angoscia e del gemito, nell’ora drammatica del Getsemani”. Gesù ancora vi ama e vi chiama.
“Ma noi del sinedrio ti abbiamo condannato, abbiamo convocato persone che hanno testimoniato il falso per accusarti, noi abbiamo pagato il traditore, noi abbiamo pretesto il riferimento a Dio per contestare la tua rivelazione di essere figlio di Dio. Noi siamo quelli che hanno tramato per eliminarti”. E Gesù ancora vi ama e vi chiama.
“Ma noi, donne di Gerusalemme, siamo quelle della commozione di un momento, dell’emozione passeggera. Invece della tua rivelazione che invita a conversione, ci siamo messe a fianco della strada come per uno spettacolo strappalacrime. Siamo quelle che guardano intorno invece di guardarsi dentro”. E Gesù vi ama così e vi chiama.
“Ma noi siamo quelli che ti hanno messo in croce, quelli che non hanno capito le tue parole, che hanno eseguito la sentenza come si esegue un incarico qualsiasi. Non abbiamo capito niente di te, neppure le tue ultime preghiere: «Eloì, Eloì…» (Mc 15,34). Non siamo tra quelli che si sono presi gioco di te: «Vediamo se viene Elia a salvarlo…» (Mt 27,49)”. E Gesù vi ama, ama anche voi e vi chiama.
“Noi però ti abbiamo dimenticato, ci siamo fatti distrarre da molte cose, non siamo più capaci di pregare. Siamo quelli che ti cercano se hanno bisogno e si arrabbiano se non sono esauditi”. Gesù ti ama, ti ama e ti chiama.
“Noi siamo quelli che ignorano il tuo comandamento anche se l’abbiamo ascoltato tante volte. Ci comandi di amare e noi non amiamo, ci insegni a servire e noi preferiamo essere serviti, ci ordini di perdonare e noi non perdoniamo e siamo vendicativi e pieni di rancore, ci presenti come modello il buon samaritano e noi ci comportiamo come quelli che passano oltre dall’altra parte, ci raccomandi di dare il pane all’affamato, di accogliere gli stranieri, di prenderci cura dei carcerati e noi ci teniamo alla larga da loro e pensiamo solo a noi stessi”. Gesù, però ti ama così come sei, e ti chiama.
“Noi siamo quelli che abbiamo buttato via la nostra vita, ci siamo rovinati la vita e l’abbiamo rovinata anche alle nostre famiglie perché ci siamo resi schiavi dei vizi, del bere, della droga, del gioco, della pornografia, della violenza. La nostra vita non vale più niente e non possiamo più avere stima di noi stessi”. Gesù però ti ama e ti chiama.
“Noi siamo quelli che tu hai scelto per essere tuoi testimoni, siamo i tuoi preti, le suore, i papà e le mamme, quelli che vanno in chiesa alla domenica; dovremmo essere un modello, e invece siamo mediocri e talora diamo scandalo”. Gesù ti ama e ti chiama.
“Noi siamo quelli che non valgono niente, quelli di cui nessuno si accorge, quelli che non hanno mai combinato niente, siamo quelli che sono un fastidio per gli altri perché siamo disturbati, malati, agitati”. Gesù ti ama e ti chiama, così come sei.
“Noi siamo quelli che non vogliono essere amati, quelli che fanno a meno di te, quelli che ti chiudono la porta in faccia, quelli che preferiscono andare in rovina piuttosto che essere salvati da te, quelli che ritengono ingenua la fede, inutile la preghiera, insignificanti le parole dei Vangeli, pericoloso il tuo insegnamento”. Gesù ama anche te e chiama anche te.
La litania dell’ostinazione di Gesù nell’amare continua e continua e continua. Non c’è nessun rifiuto, nessuna situazione, nessun storia sbagliata e storta che possa stancare l’amore di Gesù. Così ci insegna la contemplazione della croce. Così ci insegna la Via Crucis. E noi, ogni giorno ed in ogni situazione, continuiamo a scrivere la litania dell’ostinazione di Gesù nell’amare.

