1. Le domande retoriche di san Paolo: un rimprovero?
Se Paolo pone la domanda «se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?», è perché c’erano dei discepoli che si domandavano: “Ma Dio da che parte sta?”. L’esame di coscienza comincia con la domanda sulla fede, sulla fiducia.
In effetti la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada rivelano una pervasività così incontrollata, un’imponenza così opprimente che inducono a sospettare che siamo separati dall’amore di Cristo oppure che l’amore di Cristo e la potenza del Dio che ci ha scelto non siano sufficienti per far fronte, «come sta scritto: per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello».
Coloro che Dio ha scelto sono dunque tentati di trarre dalla situazione in cui si trovano e dall’esito del loro impegno e della loro vita la costatazione che la fiducia sia un’illusione e che la fede sia un presupposto indiscutibile, ma di fatto inutile. Il fatto è questo: le cose vanno male, la nostra opera è irrilevante e Dio non può farci niente. La tristezza, lo scoraggiamento, il malumore, il risentimento, la rabbia, la mormorazione, i discorsi dei discepoli dal volto triste che se ne vanno delusi da Gerusalemme hanno la loro radice nella sfiducia.
2. «Morte, vita, angeli, principati, presente, avvenire, potenze, altezza, profondità»: le distrazioni
A quante cose si deve pensare! Quanti problemi si devono affrontare! Come sono complicate tutte le procedure! Quante persone, quante iniziative, quante scadenze! Non possiamo sottrarci ad interessarci di tutto ed a parlare di tutto, e non essere aggiornati su tutto dà l’impressione di essere fuori dal mondo. Non si può certo dire che siamo «più che vincitori» nella complessità in cui navighiamo. Piuttosto ci riconosciamo vinti. Siamo tirati qua e là da tutto quello che succede. Siamo distratti.
La preghiera sbrigativa o ridotta ad adempimento, la chiacchiera superficiale, i giudizi espressi a slogan, l’abolizione dell’esame di coscienza, la navigazione su internet indisciplinata ad inseguire l’ultima notizia o a curiosare nella volgarità, lo sguardo che guarda tutto e tutti e non vede niente oltre l’apparenza hanno la loro radice nella distrazione.
3. L’«amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore»: quale amore?
La risposta all’amore di Dio può essere l’ “amore piccolo”. L’amore piccolo è l’amore tiepido, né caldo né freddo; è quel modo di amare Dio che può anche fare a meno di Dio; è quel modo di amare Gesù che si custodisce non più come un fuoco che arde, ma piuttosto come la fotografia del fuoco che ardeva in altri tempi.
L’amore piccolo è quel modo di stare alla presenza del Signore, in chiesa o fuori chiesa, come persone di passaggio, che vengono e vanno, passano da cose impegnative e coinvolgenti a cose impegnative e coinvolgenti. I segni del mistero che la liturgia offre e che il tempio custodisce si sono appannati.
L’amore piccolo è quel modo di ascoltare la Parola di Dio come pagine già conosciute, che si ascoltano solo per cavarne qualche cosa da dire ad altri, senza dissetare la propria anima che è terra deserta, arida, assetata.
L’amore piccolo è quello che ha consigli per tutti e ha sempre risposte per ogni domanda: e accoglie le richieste di preghiera come quando uno ti dice: “buon giorno, buona sera”, cioè come una convenzione che lascia indifferenti.
La noia nella preghiera, il senso di solitudine di alcune ore del giorno, la distrazione e la sfiducia hanno la loro radice nell’amore piccolo.
4. I peccati del clero e il perdono dei peccati
In genere preti e diaconi non commettono gravi peccati. Ma il rimprovero di Paolo ai Romani può consentire di individuare le radici dei peccati mediocri del clero: la sfiducia, la distrazione, l’amore piccolo.
Paolo suggerisce come Dio possa rimediare a coloro che chiedono perdono e decidono di rinnovare il proposito di conversione:
- il rimedio alla sfiducia è la comunione con Dio in Gesù Cristo consegnato per tutti noi: «se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?»;
- il rimedio alla distrazione è essere «vincitori grazie a colui che ci ha amati»: tenere fisso lo sguardo su Gesù;
- il rimedio all’amore piccolo è nel mistero di «Cristo Gesù, che è morto, anzi è risorto, sta alla destra del Padre e intercede per noi».
5. Actio
Preparare con particolare cura l’omelia della domenica di Lazzaro perché sia di consolazione cristiana per chi è provato dalla vita. Si potrebbe anche inviarla per posta o consegnarla a mano a qualcuno.
Preparare con particolare cura l’omelia del Venerdì Santo, perché sia di consolazione per tutti. Si potrebbe anche inviare a qualcuno particolarmente provato e pubblicarla sui mezzi di comunicazione parrocchiali.

