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Potranno gli infelici accogliere la rivelazione dell’esultanza?

Giubilei delle religiose e dei religiosi, Basilica di sant’Ambrogio, Milano – 27 aprile 2024

27 Aprile 2024

1. Che cosa abbiamo da dire agli infelici spaventati dall’enigma di Dio?

Ci sono uomini e donne infelici perché sono spaventati da dio. Si immaginano un dio indifferente: lo chiami e non risponde, lo insulti e non si arrabbia, gli parli delle tue disgrazie e non si commuove.
Sono spaventati perché si immaginano un dio vendicativo, che scrive in un libro tutti i peccati e le trasgressioni per preparare un castigo tremendo in questa o nell’altra vita, se c’è.
Sono spaventati da un dio che se n’è andato, ha lasciato il cielo, ha lasciato la terra se n’è andato chi sa dove e ha abbandonato l’universo al caos e i figli degli uomini alle proprie passioni: per questo il mondo va in malora e l’umanità continua a farsi del male.

Che cosa abbiamo da dire agli infelici spaventati da dio?
Uomini e donne, discepoli di Gesù, che si sono consacrati e che celebrano la consacrazione come una festa, hanno da dire che non esiste un dio fantastico, enigmatico, vendicativo, assente e indifferente. Non esiste.
I cristiani e i consacrati hanno da dire: Gesù è Figlio di Dio, Gesù ha rivelato la verità di Dio con parole e vita di uomo. Ecco che cosa abbiamo da dire: ascoltate Gesù, seguite Gesù, credete che Gesù è la via per giungere a Dio, è la verità di Dio, è la vita di Dio donata ai figli degli uomini.
Tra i consacrati che festeggiamo ci sono persone che sono in piena attività, con grandi responsabilità e ci sono persone che vivono momenti di fragilità, sperimentano una salute compromessa, soffrono dell’impossibilità di essere utili. Ma tutti e tutte condividono vivono la fede che confessa che Gesù è il Figlio di Dio e che in lui c’è la salvezza e la rivelazione della verità di Dio. Ecco che cosa abbiamo da dire: Gesù è il Signore, Gesù di Nazaret è Figlio di Dio e siede alla destra del Padre.

 

2. Che cosa abbiamo da dire agli infelici depressi per il vuoto che hanno dentro?

Ci sono uomini e donne infelici perché non stanno bene con sé stessi. Vivono nella tristezza di sentirsi vuoti oppure di avere dentro mostri che li spaventano. Sono afflitti da sensi di colpa per pensieri e azioni di cui si vergognano, che ritengono imperdonabili. Non hanno alcuna stima di sé. Perciò vivono fuori di sé, ossessionati dalle apparenze, avidi di consensi, insaziabili nel cercare cose, piaceri, distrazioni.
Che cosa abbiamo da dire agli infelici che credono di non valere nulla?
I consacrati che celebrano la grazia della fedeltà al Signore hanno da dire: “fratelli, sorelle, guardate meglio dentro voi stessi, entrate in profondità nella vostra storia e nella vostra intimità. Noi abbiamo ricevuto la rivelazione che nell’intimità di ogni uomo e di ogni donna non c’è il vuoto, non c’è il male compiuto, ma c’è la stanza segreta dell’incontro con Dio”.
Ecco la rivelazione che continua ad alimentare la gioia dei consacrati: hanno riconosciuto e sperimentato che Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. I consacrati devono spesso riconoscere che proprio l’appartenenza a un istituto di vita consacrata ha richiesto da loro incontri, responsabilità, esperienze, viaggi che non si potevano immaginare nel contesto della loro famiglia e del loro paese d’origine. La consacrazione ha portato a una pienezza di umanità e a una straordinaria ricchezza di esperienze. Ma hanno imparato ad avere stima di sé stessi non perché soddisfatti per il bene compiuto, non per una qualche forma di presunzione. Piuttosto nella preghiera fedele, nel servizio quotidiano, hanno imparato ad avere stima di sé stessi perché credono che per grazia sono tempio di Dio, Dio rimane in noi. Hanno sperimento l’intima gioia della comunione con Dio.

 

3. Che cosa abbiamo da dire agli infelici che stanno male con gli altri?

Ci sono uomini e donne infelici perché stanno male con gli altri. Hanno una visione scoraggiata della società e dei rapporti che vivono ogni giorno. Sono convinti che gli altri sono una minaccia. Pensano che gli altri sono cattivi, egoisti, imbroglioni. E dicono di averne le prove perché anche le persone più vicine si sono rivelate prima o poi una delusione. Perciò ci sono uomini e donne infelici perché sono stati feriti, perché non hanno stima di nessuno.

I consacrati che festeggiano tanti anni di vita di comunità e di servizio agli altri hanno da dire che gli altri, tutti gli altri, sono amabili perché sono amati da Dio. Nella vita consacrata vissuta in comunità hanno sperimentato ogni giorno la bellezza della fraternità. Ne hanno certo anche sofferto la fatica. Ma hanno avuto la rivelazione che le sorelle e i fratelli diventano tutti amabili quando mi decido ad amarli e in questa decisione si abita nel mistero di Dio. se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

Gli infelici potranno accogliere il messaggio della vita consacrata a proposito di Dio, di sé stessi, della vita con gli altri?
Noi non sappiamo. Ma continuiamo a ringraziare gli uomini e donne consacrati che con la loro vita indicano la via per sconfiggere l’infelicità e la via è questa: conoscere Dio nella rivelazione di Gesù e vivere per lui, conoscere sé stessi come tempio di Dio e abitare lieti nell’intimità santa, conoscere gli altri nella luce di Dio e decidersi ad amarli.