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Rito ordinario

Formula per l’Unzione degli infermi

28 Marzo 2018

Il sacerdote, entrando dal malato, rivolge a lui e a tutti i presenti un fraterno saluto. Lo può fare con queste parole o con altre simili:

La pace del Signore sia con voi.

Quindi, secondo l’opportunità, asperge con l’acqua benedetta l’infermo e la stanza, dicendo la formula seguente:

Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest’acqua benedetta,
il ricordo del Battesimo
e la nostra adesione a Cristo Signore,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.

Quindi si fa l’atto penitenziale, a meno che il sacerdote non ascolti a questo punto la confessione sacramentale dell’infermo.
Il sacerdote lo inizia con queste parole o con altre simili:

Fratelli, riconosciamo i nostri peccati
e chiediamo il perdono del Signore
per esser degni
di partecipare a questo santo rito
insieme al nostro fratello infermo.

Si fa una breve pausa di silenzio.

Poi il sacerdote o uno dei presenti dice le invocazioni seguenti o altre simili :

Tu, che nel tuo mistero pasquale ci hai meritato la salvezza Kýrie, eléison.
Tu che nelle nostre sofferenze rinnovi sempre le meraviglie della tua passione Kýrie, eléison.
Tu, che con la comunione al tuo Corpo ci rendi partecipi del tuo sacrificio. Kýrie, eléison.

Il sacerdote conclude:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati,
e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen.

In caso di pericolo di morte:

In virtù della facoltà datami dalla Sede apostolica,

io ti concedo l’indulgenza plenaria e la remissione di tutti i peccati,
nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo.
R. Amen.

Quindi il sacerdote impone le mani sul capo dell’infermo dicendo:

Per l’imposizione delle nostre mani infondi, o Padre misericordioso,
in questo tuo servo i tuoi doni di grazia;
apri il suo cuore ad accogliere con fede
il tuo mistero d’amore,
concedi con larghezza il tuo perdono, largisci serenità e pace
perché, sorretto e difeso dalla tua presenza, quando sarà compiuto il tuo disegno di salvezza, possa raggiungere il regno promesso
con Cristo risorto,
nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

Rendimento di grazie sull’Olio già benedetto
Quindi il sacerdote dice la seguente preghiera di rendimento di grazie sull’Olio già benedetto:

Benedetto sei tu, o Dio, Padre onnipotente,
che per noi e per la nostra salvezza
hai mandato nel mondo il tuo Figlio.
R. Gloria a te, Signore!

Benedetto sei tu, o Dio, Figlio Unigenito,
che ti sei fatto uomo per guarire le nostre infermità.
R. Gloria a te, Signore!

Benedetto sei tu, o Dio, Spirito Santo Paràclito,
che con la tua forza inesauribile
sostieni la nostra debolezza.
R. Gloria a te, Signore!

Signore, il nostro fratello N.
che riceve nella fede l’unzione di questo santo Olio,
vi trovi sollievo nei suoi dolori
e conforto nelle sue sofferenze.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.

Benedizione dell’olio
Quando il sacerdote deve benedire l’olio durante il rito, lo fa a questo punto dicendo una delle seguenti orazioni e omettendo il precedente rendimento di grazie.

Benedici,
+ Signore, quest’olio e benedici il nostro fratello infermo,
che ne riceve l’Unzione e il conforto.

Il sacerdote prende l’Olio santo e unge l’infermo sulla fronte e sulle mani, dicendo una sola volta:

Per questa santa Unzione
e la sua piissima misericordia
ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.

R. Amen.

E, liberandoti dai peccati, ti salvi
e nella sua bontà ti sollevi.

R. Amen.

Poi dice l’orazione:

Signore Gesù, redentore del mondo,
che hai preso su di te i nostri dolori
e hai portato nella tua passione
le nostre sofferenze,
ascolta la preghiera che ti rivolgiamo
per il nostro fratello infermo:
donagli fiducia e ravviva la sua speranza
perché sia sollevato nel corpo e nello spirito.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen.

Padre nostro
Benedizione