In occasione della visita pastorale alla Città di Milano, sua Ecc.za Mons. Mario Delpini ha incontrato i giovani del Decanato Baggio e ha ricordato le risorse alle quali poter tornare ad attingere per continuare il cammino dietro e con Gesù, nella partecipazione ai cammini personali e a quello della Chiesa: carità nel volersi bene, gioia e speranza nella promessa del Regno

Sara Cainarca
Servizio per i Giovani e l'Università

Arcivescovo - Visita pastorale Baggio - Sito

Quali motivazioni spingono un giovane a partecipare alle proposte dei cammini in oratorio? Quali ragioni invece lo portano ad allontanarsi dalla Fede cristiana? Quali valori dovrebbe avere una Comunità cristiana e come i giovani possono sentirsi parte della Chiesa?

Questi sono stati alcuni interrogativi posti dai partecipanti alla “Serata Giovani e Vescovo” di ieri, giovedì 9 marzo 2023, in occasione della Visita Pastorale dell’Arcivescovo Mario Delpini al Decanato Baggio. L’Arcivescovo esorta i giovani ad un protagonismo vivo e genuino: nessun dovere, ma scelte che sentite vostre; non motivazioni che vi spingono a frequentare l’oratorio, ma una forza di attrazione da cui vi sentite attratti e che vi porta a prender parte della Comunità in cui incontrate le risposte ai vostri desideri, come quello di incontrare amici e amiche, qualcuno da cui vi sentite accolti, voluti bene e incoraggiati. Il cammino di Fede, il cammino dietro a Gesù, è una scelta per chi non si accontenta della banalità e non sente di corrispondere alla mentalità diffusa oggi per cui non vale la pena vivere, perché siamo destinati al nulla. È una visione della vita che non convince e allora ci si sente smossi da domande che vanno oltre questo presunto nulla, si cerca la ragione per sperare e vivere “la vita che è veramente vita” (Benedetto XVI). “Are you happy in this modern world? Or do you need more? Is there something else you’re searchin’ for?” interroga una canzone della colonna sonora di “A star is born” vincitrice del Premio Oscar 2019. Le domande ci sono, i dubbi anche. Quello con Gesù non è però  un percorso di ragionamenti filosofici, ma innanzitutto l’ascolto di una promessa: “Chi crede in me non morirà in eterno” (Gv 11, 26).

È una promessa fatta a tutti e a ciascuno, nell’incontro personale con il Vangelo, Parola di vita e Parola viva. Questo incontro però è oggi spesso screditato dal mondo della comunicazione che getta ombre sulla Chiesa. L’invito è allora quello a saper restare nella propria realtà, interrogare la propria esperienza personale, avere fiducia negli incontri singolari della propria vita: riporre fiducia nella realtà di persone e luoghi con cui si è in relazione, come il parroco tuo che tiene aperto l’oratorio, gli amici tuoi con cui lì ti ritrovi, gli educatori tuoi che ti accompagnano, gli altri giovani che animano la parrocchia, i volontari che partecipano alla vita della comunità.
Un altro elemento che pone delle distanze tra un giovane e la Chiesa è quello che l’Arcivescovo nomina facendo riferimento a una ricerca dell’Osservatorio Giovani (gruppo di ricerca dell’Università Cattolica): “Dio a modo mio”. È la tendenza, non solo dei giovani, di creare una personale immagine di Dio che si sostituisce in quei momenti e in quelle dinamiche in cui la dottrina della Chiesa risulta antipatica, ed, evitando lo sforzo di interrogarsi e confrontarsi sinceramente, si trovano scorciatoie in piccoli falsi idoli autofabbricati.
Infine viene messa in luce un’ulteriore dinamica che scoraggia la partecipazione alla vita cristiana: i cristiani oggi non sono gioiosi. “Ogni cattolico non può non essere allegro” diceva il Beato Pier Giorgio Frassati. Non si tratta di dimostrare qualcosa, ma di lasciar emergere quella gioia contagiosa che si mostra nel volto, nello sguardo, nei gesti di chi nel proprio cuore incontra quotidianamente Gesù perché decide di seguirlo con perseveranza. Così la gioia si fa testimonianza dell’esistenza stessa di Dio e racconta di un’Amicizia, di una speranza, della fiducia nella promessa di pienezza.

La gioia è proprio una delle caratteristiche augurate dall’Arcivescovo alla Comunità. La Comunità cristiana è quella formata da coloro che ricercano nel Vangelo i propri valori. La gioia, appunto, come promessa da Gesù che dice: “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 11). La carità, cioè il volersi bene, lo stimarsi vicendevole: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi” (Gv 15, 12). E infine la speranza, che possiamo ricordare nelle parole della preghiera al Padre: “venga il Tuo Regno”, parole della fiducia che il compimento della storia umana sia il Regno di Dio, non il nulla del baratro che invece sembra essere presente nella visione dominante di oggi, dalla quale la Chiesa e il Vangelo prendono le distanze per guardare alla Via, alla Verità, alla Vita, che è Cristo Crocifisso e Risorto, che ha sconfitto la morte.

Per questa e per altre convinzioni, la Chiesa viene percepita spesso come antipatica e antiquata, forse folle. Ebbene la sua Missione non è quella di seguire il mondo e la società, ma di essere sentinella che veglia e vigila sulle possibili storture che si insidiano nello sviluppo, nel procedere della storia dell’uomo. Così non dà ragione a qualsiasi progresso: se da un lato va incoraggiando la ricerca scientifica e medica che partecipa al bene dell’uomo, dall’altro lato non può sostenere quei risvolti che vanno definendo un modello di uomo costruito e modificato per essere inserito negli ingranaggi della produzione e del mondo consumistico. A volte la Chiesa si è resa sentinella con sguardo in avanti – ad esempio indicando e promuovendo uno sviluppo integrato e sostenibile – e altre volte invece resta indietro, ma questo perché non ricerca l’approvazione del mondo, bensì la sequela dietro a Gesù.

In conclusione, dunque, alcuni consigli ai giovani per proseguire i propri cammini. Innanzitutto, quello di rendersi protagonisti a partire dalla partecipazione alla Messa, momento centrale della vita di ogni cristiano e della Comunità cristiana, ciò che fa la comunità. È nella Messa che si incontra in Comunione Gesù, pane spezzato. Un altro importante luogo per rendersi protagonisti è quello della scelta dei cammini e delle proposte cui aderire, come forma di cura adulta nei confronti della propria fede e della propria vita. L’Arcivescovo ricorda così le numerose proposte sia della PG diocesana (come per esempio, in questo momento di Quaresima, gli Esercizi spirituali o il Triduo Pasquale) sia di altri gruppi presenti nel panorama milanese, come quelle del PIME o di Caritas Ambrosiana. Allarga poi lo sguardo anche all’estate, per cui la proposta principale è la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona (1-6 agosto 2023), un momento di festa, di incontro tra tanti giovani e tra i giovani e il Papa, un momento anche di rivelazione, come ricorda essere accaduto per tanti prima di oggi, cioè rivelazione del poter vedere e vivere la vita come vocazione. Infine l’invito a leggere il Prologo del Vangelo di Giovanni, per riscoprire e riconfermare con fede e fiducia che Gesù è davvero quella “luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 1-18).

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