Il cammino di preparazione diviene occasione preziosa per riscoprire prima e assaporare poi, con Papa Francesco, la gioia e il dono di essere questo popolo di amore e speranza per tutti i popoli

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di Valentina Soncini
segretaria del Consiglio Pastorale Diocesano

 

Dall’intensa narrazione di Milano, svolta dal nostro Arcivescovo durante lo scorso discorso di sant’Ambrogio, è emersa di colpo una domanda che scuote dall’ovvio: Milano senza cristianesimo?

 

Cosa sarebbe Milano senza quest’anima? Una provocazione forte a non dare per scontati nella vita dell’intera terra ambrosiana i frutti copiosi di un cattolicesimo tipicamente lombardo, operoso e solidale, europeo e mediterraneo.

 

Dentro la fitta trama della vita di tante persone e di tanti mondi, la Chiesa di Milano ha camminato e sta camminando per essere sempre presenza viva, luce e lievito, ma lo può essere se continuamente si lascia determinare dalla sua radice trinitaria e dalla sua finalità missionaria. Riscoprire o semplicemente vivere con una consapevolezza più profonda e più gioiosa il nostro essere parte della Chiesa e della sua missione – l’annuncio del Vangelo con la vita e con le parole – è quanto invita a fare Papa Francesco nella sua lettera apostolica Evangelii Gaudium.

 

Essa è posta dunque al centro della preparazione all’incontro con il Papa e ancor più ci si vuole concentrare sul “popolo di Dio” perché “essere Chiesa significa essere popolo di Dio, in accordo con il grande progetto d’amore del Padre. Questo implica essere il fermento di Dio in mezzo all’umanità. Vuol dire annunciare e portare la salvezza di Dio in questo nostro mondo” (EG114).

 

Il cammino di preparazione diviene occasione preziosa per riscoprire prima e assaporare poi con Papa Francesco la gioia e il dono di essere questo popolo di amore e speranza per tutti i popoli.