La salvezza, che Dio realizza e che la Chiesa gioiosamente annuncia, è per tutti, e Dio ha dato origine a una via per unirsi a ciascuno degli esseri umani di tutti i tempi.

1.140835

di Susanna Poggioni
ausiliaria diocesana

 

La visita del Papa ci sollecita a riscoprirci Popolo di Dio in missione. Questa espressione dice già un aspetto importantissimo in relazione all’epoca nuova in cui viviamo, perché evidenzia la dimensione comunitaria in un tempo caratterizzato dall’individualismo: la “salvezza, che Dio realizza e che la Chiesa gioiosamente annuncia, è per tutti, e Dio ha dato origine a una via per unirsi a ciascuno degli esseri umani di tutti i tempi. Ha scelto di convocarli come popolo e non come esseri isolati. Nessuno si salva da solo, cioè né come individuo isolato né con le sue proprie forze”. (EG 113)

 

Comunitaria dunque è la via scelta dal Signore per il cammino di salvezza di ognuno e comunitaria è la forma dell’evangelizzazione che permette a sempre più persone di accoglierla: “Essere Chiesa significa essere Popolo di Dio, in accordo con il grande progetto d’amore del Padre. […] il fermento di Dio in mezzo all’umanità. Vuol dire annunciare e portare la salvezza di Dio in questo nostro mondo, che spesso si perde, che ha bisogno di avere risposte che incoraggino, che diano speranza, che diano nuovo vigore nel cammino”. (EG 114).

 

Il dono e il compito di essere evangelizzatori riguardano tutto questo Popolo in cammino verso Dio, che è “ben più di una istituzione organica e gerarchica”. (EG 111). “Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione”. (EG 120).

 

Sorgente di questo slancio missionario è la gioia del Vangelo che spinge a renderne partecipi sempre più persone: “Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù”.

 

L’attesa dell’incontro col Papa ci aiuti a rinnovare la nostra esperienza di Popolo e ci apra alla gioia dell’annuncio.