Questo il principale significato della visita del Santo Padre secondo il Vicario generale. In via di definizione il Comitato operativo, mentre le tappe della giornata saranno stabilite nelle prossime settimane d’intesa col Vaticano: «Stiamo prendendo contatto con le realtà nelle quali il Pontefice potrebbe recarsi»

di Annamaria BRACCINI

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Certamente un grande dono, come ha detto l’Arcivescovo annunciando la visita di papa Francesco a Milano, ma anche un modo unico per arricchire il nostro cammino di Chiesa locale. È questo il significato, nel senso più ampio, di ciò che l’intera Diocesi vivrà il prossimo 25 marzo, quando il Santo Padre sarà a Milano per l’intera giornata. «La visita del Papa è come l’irrompere di una presenza che metterà in luce ciò che esiste a Milano, facendone emergere l’identità cristiana. Mi pare che questo sia il primo aspetto da sottolineare», riflette il Vicario generale, monsignor Mario Delpini.

In questo contesto, il Papa cosa troverà a Milano?
Vorremmo evidenziare quello che «è» questo territorio ecclesiale e che ne delinea il profilo. Quindi, anzitutto, la sua tradizione di fede, la vivacità delle comunità, l’intraprendenza della solidarietà ambrosiana. Credo che tutte queste peculiarità, che ci appartengono in modo specifico, possano ricevere una luce particolare da quello che il Papa farà, da dove andrà, da ciò che ci dirà.

A proposito degli appuntamenti e dei luoghi nei quali si articolerà la visita, si sa qualcosa di più a una settimana dall’annuncio ufficiale?
Per ora non si sa nulla di preciso, in quanto le eventuali tappe della giornata sono allo studio della Commissione pontificia. Da Milano abbiamo avanzato alcune proposte, ma ovviamente la definizione dell’itinerario, dei momenti e degli incontri, sarà ultimata dagli incaricati nelle prossime settimane. Comunque sarà un programma intenso, senza perdere nemmeno un attimo di quella che sarà, per tutti, una giornata preziosa. Nel 2012 papa Benedetto XVI, concludendo il VII Incontro mondiale delle Famiglie, fu tra noi per tre giorni. Per papa Francesco tutto sarà, per così dire, più condensato, ma cercheremo di non dimenticare nessuno.

Il cardinale Scola ha detto che, probabilmente, ci sarà una visita nel carcere e, forse, anche la consegna simbolica delle chiavi di due o tre appartamenti di periferia, dei 55 in via di ristrutturazione da parte della Fondazione San Carlo con i fondi provenienti dall’8×1000 della Chiesa cattolica. Può confermare queste ipotesi?
L’intenzione era ed è questa: un’occasione per consegnare un segno del Giubileo. Tra le opere di misericordia vi è anche quella di dare ospitalità e casa a chi non ce l’ha, come appunto si vuole fare con la ristrutturazione di questi appartamenti voluta dalla Diocesi, per venire incontro al disagio abitativo attuale. Mi piace ricordare che questo è anche uno degli esiti della terza fase del Fondo Famiglia Lavoro.

L’Arcivescovo ha sottolineato come, al di là della festività liturgicamente importante – il 25 marzo è l’Annunciazione e saremo durante la Quaresima -, la presenza del Papa si situi al termine della Visita pastorale feriale ai Decanati. Iniziativa in cui si è cercato, appunto, di comprendere i cammini della nostra Chiesa e di ritrovare il nesso tra fede e vita, attraverso l’educazione al pensiero di Cristo…
Proprio in questo senso dicevo che la visita del Papa aiuterà a far emergere la vita che è in atto e, se necessario, eventualmente a correggerla, richiamando ciò di cui dovremmo essere più consapevoli, anzitutto il cammino di fede che si sta compiendo. La specificità di questa Visita pastorale «feriale», infatti, è proprio il voler raccogliere – nell’incontro e in dialogo con quanti frequentano le nostre comunità -, riflessioni, valutazioni e verifiche, per arrivare infine, in base a quanto emerso, a determinare il passo da compiere concretamente nelle singole realtà. Qui si realizza la sintesi feconda tra fede e vita, nell’essere presenti come testimoni in quel campo che è il mondo, con la mentalità di Cristo.

È stato costituito un Comitato per stabilire e concordare gli appuntamenti del Papa. L’organismo ha un nome? Da chi è composto?
La cosa è in via di definizione: come è accaduto per altri grandi eventi, vi saranno un Comitato d’onore e uno operativo. In ogni caso possiamo dire che ci stiamo interessando dei luoghi, prendendo contatto con le realtà nelle quali il Papa potrebbe recarsi.

La visita, come tutte quelle pastorali in Italia, è comunque di un solo giorno?
Sì, il 25 marzo, dalla mattina alla serata.