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Dal discorso di mons. Mario Delpini ai corsisti Te laudamus 2021 – ’22, in occasione della celebrazione vigiliare di Pentecoste

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UN DESIDERIO CHE NASCE DA UNA PREOCCUPAZIONE
Il corso Te Laudamus, per animatori musicali della liturgia è nato da un desiderio che però nasce da una preoccupazione.
Sono un po’ preoccupato del livello medio dell’animazione musicale delle parrocchie che visito: per quanto io non sia né uno strumentista né un direttore di coro, mi pare proprio che sia difficile dire che, normalmente, si prega cantando. Si fatica ad avere un buon numero di coristi, c’è poca cura per la scelta del repertorio del canto, della sua esecuzione e del suo rapporto armonico con la celebrazione.

IL CANTO È CELEBRAZIONE
Per celebrare bene, per dire che veramente la celebrazione eucaristica è il cuore della comunità ed è il luogo dove la comunità si trova, fa festa, si riconosce, si fa coraggio, bisogna curare il canto, bisogna che la gente canti, non solo il coro, non solo l’organista – e già queste sono cose talvolta un po’ rare, – ma proprio che la gente canti, che ci sia una animazione musicale.

CURIAMO LA FORMAZIONE
Questa è la cosa che più mi preme: si preparino delle persone che nelle loro comunità promuovano un livello, non solo tecnico importante, ma proprio di preghiera attraverso il canto.
La gente mi sembra che non canta più e, normalmente, fa fatica a partecipare. Alcuni canti poi sono incantabili, alcune volte la gente non ha neanche la possibilità di cantare.
Ecco, io vi confido questo.
Quindi per questo sono contento che questo percorso sia iniziato, che voi abbiate partecipato e che si promuova un proseguo di questo corso.

RISPLENDA LA VOSTRA LUCE!
Poi, un’altra cosa che mi preme è che voi, dove andate, nelle vostre comunità e altre comunità che adesso qui non sono rappresentate, condividiate questa cura per l’animazione musicale della liturgia.
Ecco, questo è ciò che mi sta a cuore, è ciò che ho chiesto a Don Riccardo di perseguire con determinazione. Abbiamo cominciato ai tempi della pandemia, quindi in modi un po’ così lontani e difficili da coordinare. Adesso speriamo che le cose diventino più semplici e che possiamo effettivamente contagiare tutta la Diocesi!

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