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Intervista

«Visita pastorale, una proposta
non limitata agli “addetti ai lavori”

In vista della tappa dell’Arcivescovo a Trezzo sull’Adda, il Vicario di Zona monsignor Michele Elli sottolinea il clima di attesa che precede l’incontro col Cardinale: «Molti gli interessati anche tra i cosiddetti “lontani”»

di Cristina CONTI

10 Gennaio 2016

Un momento importante per la vita dei Decanati e di tutta la Diocesi. La visita pastorale del cardinale Scola è un’occasione per riflettere insieme sul percorso che si sta compiendo e per trovare nuovi spunti per il cammino futuro. «I n prospettiva della visita dell’Arcivescovo, con i Decani stiamo dando alcune indicazioni – spiega monsignor Michele Elli, vicario episcopale della Zona VI -. Prima tra tutte la capacità di guardare la realtà che ci circonda, cogliendo le cose che vanno bene (e di bene ce n’è sempre tantissimo) e quelle che vanno rilanciate. Un modo per guardare con fiducia e realismo alla realtà che viviamo e capire i passi da fare». Incontri “seriali”, appuntamenti molto attesi che hanno l’obiettivo di toccare con mano quali esperienze caratterizzano i singoli territori, di scoprire gli effetti positivi che tanti servizi producono nelle varie Zone pastorali e di dare nuovo impulso alla vita delle comunità.

Alla base della verifica ci sono le indicazioni che l’Arcivescovo ha dato nella lettera pastorale Educarsi al pensiero di Cristo. E in particolare quelle che si trovano nell’ultima parte, che si richiama al capitolo 2 degli Atti degli Apostoli, a proposito della vita delle prime comunità cristiane.

Dopo la preparazione iniziale il culmine della visita è l’incontro con i fedeli. «Su questi incontri ci sono sempre grandissime aspettative e molta attesa – aggiunge monsignor Elli -. Ho sempre avuto anche un buon ritorno da parte dei Decani». Un confronto in cui viene presentata la realtà decanale e allo stesso tempo le persone possono intervenire direttamente ponendo all’Arcivescovo le domande sui temi che stanno loro più a cuore: un dialogo costruttivo per riprendere il cammino con maggiore entusiasmo. «Stiamo cercando di invitare al dialogo con l’Arcivescovo anche persone che solitamente non partecipano, ma sono comunque interessate ad approfondire un discorso di fede o anche di cultura, persone lontane e diverse dai soliti addetti ai lavori. Mi hanno già informato che sono molti gli interessati e vedo che ovunque c’è attesa generale per questo momento», continua monsignor Elli. Un coinvolgimento a tutto tondo, che risponde anche all’invito di papa Francesco di raggiungere le periferie più estreme.

E poi, dopo l’incontro, inizia il vero e proprio momento di rilancio: si decide cosa sviluppare, in quali attività investire più energie ed eventualmente si modificano alcuni progetti. «Oggi, a differenza di quanto è avvenuto in passato, l’Arcivescovo non dà indicazioni particolari, ma chiede ai Decanati e alle parrocchie di delineare il cammino futuro, il lavoro da fare e i progetti di rilancio», rileva monsignor Elli. Uno stimolo alla riflessione e al miglioramento che coinvolge tutte le realtà. Accanto alle visite dell’Arcivescovo, ci sono inoltre quelle del Vicario episcopale che girerà nelle parrocchie toccando con mano le realtà positive e dando eventualmente indicazioni, qualora ce ne fosse bisogno.