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Rogoredo

Una «grande famiglia» in cui prendersi cura

Una realtà di quartiere caratterizzata dalle numerose iniziative solidali e caritative di matrice parrocchiale e non solo

di Cristina CONTI

8 Novembre 2015

Solidarietà e attenzione al prossimo. Il quartiere Rogoredo è ancora una “grande famiglia”, in cui non si esita a prendersi cura dell’altro. A partire dai più piccoli in difficoltà nel loro percorso scolastico. «Grazie all’associazione “Passo dopo passo” di Sesto San Giovanni viene dato a questi ragazzi un aiuto strutturato allo studio delle diverse materie», spiega il parroco don Marco Eusebio. Si tratta in prevalenza di stranieri, circa 20 ragazzi, alcuni con problemi maggiori, altri minori, proprio per stimolare l’aiuto e il sostegno reciproci. «L’affiancamento di persone con livelli di preparazione diversa permette a tutto il gruppo di migliorare», aggiunge il parroco. Nel quartiere è presente anche una scuola di italiano per stranieri.

Non mancano poi le attività per gli adulti, che vivono ogni giorno la fatica di testimoniare l’annuncio cristiano nel mondo professionale e lavorativo: «Per loro c’è un gruppo dedicato al Vangelo, mentre per coloro che si vogliono riavvicinare alla proposta cristiana ce n’è un altro di approfondimento». A favore degli anziani ci sono le iniziative dell’Auser.

Per impegnare i ragazzi nel loro tempo libero rivestono poi un ruolo fondamentale le associazioni sportive: un modo per trascorre i pomeriggi con un impegno che al contempo è sano ed educativo. «”La nostra primavera 2005” propone attività di questo tipo all’interno dell’oratorio, mentre “Rogoredo 84” è un’associazione sportiva di quartiere», sottolinea don Eusebio.

L’impegno concreto a favore delle persone che vivono situazioni drammatiche, invece, prevede diverse iniziative in collaborazione con la Caritas e la San Vincenzo, che hanno attivato servizi caritativi e solidali. Lavoro, casa, generi di prima necessità: tante le richieste emerse a causa della crisi economica. E la parrocchia ha cercato di farvi fronte con progetti diversi. «Con la Cooperativa Betlhem, per esempio, abbiamo attivato un Fondo famiglia parrocchiale per introdurre al lavoro alcune ragazze straniere in difficoltà», precisa don Eusebio. L’iniziativa si è avvalsa della collaborazione con i servizi sociali del quartiere, che hanno pensato alla loro formazione: «Al termine le ragazze hanno lavorato a favore di anziani in difficoltà per sei mesi, mentre noi abbiamo pagato loro i contributi: un modo per aiutare contemporaneamente due fasce d’età diverse».

E poi uno sguardo particolare alle mamme con bambini: i soggetti più deboli di fronte ai disagi economici. «Con la Cooperativa Farsi Prossimo abbiamo deciso di risistemare un appartamento di due locali per dare ospitalità alle donne sole con bambini», aggiunge don Eusebio. Date le dimensioni ridotte, ci possono abitare o una donna con due bambini, oppure due donne con un bambino ciascuna: «È a disposizione di chi ne fa richiesta, a seconda dei bisogni che presenta, ed è gestito dalla Cooperativa Farsi Prossimo»