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11 ottobre

«Un segno di comunione e condivisione»

La Veglia in Sant’Ambrogio per il 50° del Concilio nelle voci degli esponenti delle numerose realtà ecclesiali che l’hanno promossa

di Paolo RAPPELLINO

7 Ottobre 2012
Una veduta della Basilica di San Pietro durante il Concilio

L’11 ottobre 1962 a Roma si apre il Concilio Vaticano II. In serata migliaia di fedeli, convocati dall’Azione Cattolica, affollano Piazza San Pietro per una fiaccolata: Giovanni XXIII si affaccia e pronuncia il celebre “discorso della luna” con l’invito a portare ai bambini «la carezza del Papa». L’11 ottobre 2012 l’Azione cattolica si ritrova in piazza San Pietro con Benedetto XVI a pregare per l’apertura dell’Anno della fede e a ricordare l’anniversario conciliare. In contemporanea l’Ac organizza nelle Diocesi italiane analoghe iniziative in comunione con il Pontefice e i vescovi riuniti per il Sinodo. A Milano l’appuntamento è alle ore 20.30 nella basilica di Sant’Ambrogio per la veglia dal titolo “La Chiesa bella del Concilio”, promossa dall’Ac ambrosiana in collaborazione con numerose realtà ecclesiali.

«Questa iniziativa – spiega Valentina Soncini, presidente diocesana dell’Azione cattolica – vuole essere un segno di comunione in un giorno particolare e voluto dal Santo Padre. A Milano ci sono già in preparazione molte iniziative sul Vaticano II ideate da tanti soggetti diversi. Perciò un momento condiviso di preghiere può essere una bella introduzione a un anno intenso». «Insieme all’Ac – afferma la presidente – si è raccolto un gruppo di associazioni che hanno radici forti nella Chiesa del Concilio. In un clima di preghiera vogliamo far vivere la condivisone tra generazioni diverse. Per ragazzi e giovani il Concilio è bussola nella Chiesa nel terzo millennio. Gli adulti invece sono tramite, in quanto testimoni di questa consegna».

L’assistente generale dell’Ac ambrosiana, monsignor Gianni Zappa, chiarisce che il titolo «La Chiesa bella del Concilio», scelto dall’Azione cattolica nazionale, «vuole mettere in evidenza il “bello” che ne è venuto alla Chiesa dall’assise ecumenica. Quella del Concilio è una eredità “bella” perché segnata dalla presenza dello Spirito che anche nelle situazioni più difficili continua ad operare; è una eredità positiva, che apre la Chiesa a continuare nel suo impegno di evangelizzazione con coraggio e con fiducia. Per tutti noi è importante poter raccontare all’uomo di oggi la “bellezza” della Chiesa».

Tante dunque le realtà associative e le organizzazioni pastorali che hanno aderito all’iniziativa. «È bello pregare insieme: è il modo più autentico e immediato per trovarsi in comunione» riflette Alessandra Tarabochia Canavero, presidente regionale del Centro femminile italiano (Cif). «Per la nostra associazione di donne, cristiane e cittadine, particolarmente significativo è farlo nell’anniversario dell’apertura del Concilio, che ha dato tanta importanza ai laici nella Chiesa. Penso poi sia un segno per la città e le diocesi».

Tra i promotori c’è anche il Movimento terza età. Guido Piccardo e Luisella Maggi, i responsabili diocesani, spiegano che «molti aderenti al Movimento hanno vissuto in prima persona gli anni del Concilio, altri che erano “distratti” vogliono “recuperare”. In tutti il desiderio non è semplicemente il fare memoria, ma il chiedersi: che cosa oggi il Concilio ci vuole indicare? È questa la Chiesa voluta dai Padri conciliari? Che cosa dobbiamo ancora sforzarci di raggiungere?».

Aderisce anche l’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc) che, come spiega il presidente provinciale di Milano e Monza Graziano Biraghi, «ha aderito alla veglia in ragione del sua vocazione educativa: ambito di formazione umano, culturale professionale e spirituale dei docenti e dei dirigenti scolastici e presenza laicale associata nel mondo della scuola. Ricordare la centralità del Concilio – prosegue Biraghi – è per l’associazione un modo per riaffermare il valore della professionalità educativa, nella scuola statale e paritaria, come autentica vocazione di servizio alla persona e ambito di apostolato laicale».