Automobile? No grazie. Aumenta il numero di milanesi che preferiscono le due ruote. Rispetto alla fine degli anni Ottanta, il numero di macchine per residente a Milano è diminuito del 20%, passando da quasi 700 macchine registrate ogni 1000 residenti a 557. E sono sempre di più i milanesi che usano le due ruote. Negli ultimi dieci anni, infatti, moto e motorini sono aumentati da 79 a 108 ogni 1000 residenti, registrando un +38%. Un dato che fa del capoluogo lombardo la ventunesima città in Europa per densità di moto e motorini. A dirlo è una ricerca della Camera di Commercio di Milano in collaborazione con C-Log Università Liuc dedicata al sistema logistico in Lombardia.
In Lombardia ogni anno transitano 378 milioni di tonnellate, un quarto di tutto il traffico su strada in Italia. A questo si aggiungono 76 milioni di tonnellate (16%) su rete ferroviaria e 557 mila sui poli aeroportuali (Malpensa, Linate, Orio al Serio). «Alcune opere fondamentali per il sistema infrastrutturale di Milano e della Lombardia sono in preoccupante ritardo e necessitano di iniezioni procedurali molto forti. Ma il ritardo non deve frustrare – rileva Giuliano Asperti, vicepresidente di Assolombarda -. Poiché le nuove autostrade sono state pensate per il futuro di Milano e della Lombardia, prima ancora che per l’Expo. Proprio per questo sono ancora più necessarie. Ora occorre uno sforzo comune per dare una spinta finale».
Camion, furgoni e auto sono invece preferiti nel settore del commercio. Data la prossimità territoriale con i principali mercati europei, la modalità principale usata per l’export è quella stradale (40%), seguita da quella marittima (30%). Il peso del trasporto ferroviario è modesto e raggiunge il 3,5% per l’import e il 3,2% per l’export. Per le importazioni, anzi, la modalità più usata è quella marittima (attraverso i porti di Genova e La Spezia), preferita soprattutto per le materie prime e i prodotti petroliferi. Nel corso del primo trimestre del 2011 il commercio estero lombardo è cresciuto del 17,6% per quanto riguarda l’export e del 17,5% per quanto riguarda l’import. Il ruolo trainante della regione è confermato anche dalla sua apertura agli scambi internazionali, collocatosi nel 2009 al 72,3%, con una media italiana del 46,5%.