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Milano

Scola agli animatori dell’Oratorio estivo:
«Liberi di essere presi a servizio»

Davanti a diecimila giovani riuniti in piazza del Duomo, il Cardinale ha indicato la forza di un compito bello e prezioso, come quello di accompagnare i più piccoli nell’Oratorio feriale che è – ha detto – «una scuola di amore e di rinascita civile»

di Annamaria BRACCINI

23 Maggio 2014

«Liberi di essere presi a servizio», per vivere la bellezza dell’incontro con Gesù, in ogni momento, per comunicarlo nella testimonianza, per costruire una società più giusta».

«Lanciatevi con energia in questa avventura straordinaria che è l’Oratorio e fatelo insieme come una comunità che educa. Sappiate che l’oratorio, in particolare quello estivo, è uno dei fatti ecclesiali più importanti di tutta la via della nostra Chiesa ed è uno dei fatti sociali e civili più decisivi per far rinascere questo nostro Paese che ne ha tanto bisogno. Voi siete già ora gli attori di questa rinascita. La vita non è mai un gioco, ma per essere gioiosa ha bisogno che tu ti giochi. Essere presi a servizio è un segno di grande maturità, riempie il cuore dell’Arcivescovo di letizia, perché mostra che la nostra Chiesa ha un grande futuro per il bene di tutti».

Loro, che rispondono con un boato, a queste parole del cardinale Scola sono i quasi diecimila educatori degli oratori estivi ambrosiani. Adolescenti e giovani, riuniti in piazza del Duomo, che sono «segno di speranza e gioia per la Chiesa», loro che tra balli, canti, preghiera, animazione, già dal primo pomeriggio affollano i laboratori e gli stands allestiti tra via Sant’Antonio, piazza Santo Stefano e in Curia.

A sera, appunto, tutti davanti alla Cattedrale per l’incontro con il Cardinale, attesissimo, che arriva sul sagrato, accolto da un entusiasmo rumoroso e allegro. Quest’anno c’è anche una bella notizia che annuncia, durante la serata, don Samuele Marelli, direttore della FOM, un finanziamento della Regione Lombardia a coprire i 23 delle spese annue per 350 giovani impiegati negli oratori. Anche l’Arcivescovo ascolta e prende parte alla festa che si intitola, come il tema dell’Oratorio estivo 2014, “Piano Terra” e che si sofferma sul contesto simbolico dell’abitare là dove è venuto a dimorare il Signore.

Negli oltre mille oratori le attività inizieranno, generalmente, il 9 giugno e proseguiranno per quattro settimane o più, fino a oltre la metà luglio. Protagonisti in questa esperienza 50mila animatori. Una risorsa preziosa grazie alla quale sacerdoti, suore e adulti impegnati in oratorio riescono a offrire un qualificato servizio educativo, a bassissimo costo economico, alle famiglie di circa 300 mila ragazzini. E così le “stanze” di una casa che grande quanto il mondo, diventano i luoghi simbolo di un’appartenenza che chiede gratuità, servizio, capacità di convivere, proprio come una famiglia, in cui si è capaci di dire – per usare le parole di papa Francesco – “per favore, scusa, grazie”.

La musica – bravissimi, tra gli altri i ParRock, gruppo formato da seminaristi che cantano “Se non mi ami” da loro composta e i ragazzi della parrocchia di Spino d’Adda che mettono in scena un minimusical di ispirazione francescana –, le testimonianze, il viaggio tra i diversi locali domestici è come un avvicinarsi al cuore del significato dell’Oratorio estivo, che è casa umana e del Signore, spazio di crescita, di rapporti fraterni, di formazione e di gioco educativo, come suggerisce l’Arcivescovo. E, allora, davanti a lui si esibisce anche un mago molto particolare, che racconta con piccoli giochi di prestigio, l’amicizia con Gesù: Mago D, perché è un sacerdote, don Valerio Antonioli, della parrocchia di Sarginesco in diocesi di Mantova.

Poi, si giunge in “cucina”, luogo per eccellenza di servizio e, qui, prende la parola, applauditissima, Chiara Amirante, sorridente fondatrice della Comunità “Nuovi Orizzonti”.

«Il Signore è venuto ad abitare in mezzo a noi. In Lui ho trovato la risposta a un bisogno di gioia piena che ci accompagna sempre, e proprio per testimoniare questa gioia venti anni fa ho iniziato quella che pareva una mission impossibile», spiega. «Sono andata nelle strade della tossicodipendenza, dell’alcolismo, della prostituzione e lì ho trovato un grande desiderio di Dio, negli sguardi che chiedevano “portaci via”. Così, in questi anni, ho visto miracoli e la certezza che solo l’incontro con Lui avrebbe potuto ridonare la gioia di una risurrezione a tanti giovani che appartenevano al popolo della morte. Oggi sono quasi trecentomila i ragazzi – 712 le équipes che si alternano nei diversi compiti e 207 i centri – che vanno nelle discoteche, nelle spiagge, nelle vie per testimoniare questo incontro con Dio. Abbiamo una vita sola, spendiamola per qualcosa di grande, per Dio, seguendo Gesù con radicalità, dicendo il nostro si, il nostro eccomi». Il grido che sale dalla piazza “E gioia sia”, conclude questo intervento che è – e ben lo si comprende – un’iniezione di speranza, così come il ripercorrere i giorni e il senso della peregrinazione dell’urna di san Giovanni Bosco, insieme a don Elio Cesari, delegato di Pastorale Giovanile dell’Ispettoria Salesiana.

Ed è ancora musica con l’ hi-hopper FullSkyz originario della Guadalupa – “ogni genere è bello basta saperlo usare bene e non come colonna sonora della violenza” – e con la danza aerea di Gabriel Iturraspe, primo ballerino dell’Orchestra Filarmonica di Montevideo e medico impegnato nel recupero di giovani a rischio proprio attraverso la danza. A dire che dal “piano terra bisogna sempre guardare in alto”, con la gioia di quel Signore che viene ad abitare in mezzo a noi, dice subito il Cardinale nella sua riflessione, a partire dalla frase del Vangelo della Trasfigurazione, “È bello per noi stare qui”, come anticipo della gloria della Risurrezione: «Tutte le volte che i cristiani si incontrano, è come un trasfigurazione. Con Lui «se sei triste, se fai fatica, se hai qualcosa che ti pesa sul cuore, sei pronto a percepire quella presenza che ti consola, perché è destinata a perdurare per sempre e sei pronto a ripartire. Questo è il piano, il disegno del “piano terra” che dovete far capire e far conoscere ai nostri ragazzi più piccoli».

Poi, quelle parole che, scandite, rendono a pieno il senso del mandato di animatori che poco dopo il Cardinale conferirà ai ragazzi. «Siete venuti qui liberamente per essere presi a servizio e allora si capisce perché l’Arcivescovo è con voi stasera, perché vi manda a educare, a questo splendido compito, ad accompagnare, nel concreto della vita, gli altri e soprattutto le generazioni che vengono dopo di noi. Se la nostra società fa fatica è perché ha perso il “filo rosso” del rapporto tra le generazioni. Spesso noi uomini di oggi schiacciamo la nostra faccia contro il muro e non vediamo più nulla mentre per avere futuro, prospettiva, bisogna avere il senso della profondità del passato. Cosa c’è di più formidabile dell’idea dell’Oratorio estivo che dura da cento anni, dove vivere sapendo con chiarezza che Lui è in mezzo a noi? Per questo vi mandiamo a educare».

Ma è chiaro – ammonisce Scola – che bisogna saper per chi si compie questo servizio nella gratuità: «Se lo faccio per Gesù, lo faccio per me è per gli altri. Lanciatevi con coraggio ed energia in questa dimostrazione straordinaria che è l’Oratorio estivo, fatelo insieme come comunità che educa. L’uomo cammina se conosce la meta, se, anche nelle sue debolezze, riconosce un senso. Sapendo che il Signore vive in mezzo a noi impareremo a poco a poco ad amare: nessun difetto, nessun limite può arrestare la potenza di questo “per chi”. Impariamo a volerci bene nella verità, nella bellezza e nella bontà. Vi prego, vi scongiuro, di comunicare questo ai nostri piccoli».

Infine, la benedizione davanti alle sette fiaccole che hanno, in questi mesi, girato le altrettante Zone pastorali della Diocesi, e che accendono simbolicamente sette lanterne che volano in cielo, segno della luce della Parola che illumina mondo.

«Pensiamo ai tanti bimbi che hanno più bisogno, che ancora soffrono la fame in Africa, ai ragazzi che sembrano avere il futuro impedito, a chi vive il martirio cristiano, perché solo circondando il male con bene lo si vince. L’Oratorio feriale è una grande scuola di amore e vi insegnerà a fare le scelte giuste. Anche se ci sono nubi per il futuro, il sole vincerà, perché voi siete capaci di affrontare con energia ogni nebbia», conclude il Cardinale, cui viene donata, dalla Nazionale femminile di Pallavolo, la maglietta ufficiale che verrà indossata nei prossimi campionati del mondo, prima dell’abbraccio finale che accompagna il Cardinale verso casa.