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Varese

Rifugiati politici,
operatori assolti pronti a un esposto

Accusati ingiustamente di truffa aggravata ai danni dello Stato e favoreggiamento di immigrazione clandestina, un anno fa sono stati prosciolti con formula piena

5 Luglio 2013
Immigrati irregolari su una barca a Lampedusa. REUTERS/Tony Gentile

A un anno dalla chiusura del caso, gli operatori della cooperativa “Le Querce di Mamre” e della onlus “Casa Solidale” che si occupavano dell’accoglienza di rifugiati politici in provincia di Varese, stanno valutando di presentare un esposto alle autorità preposte.

Esattamente un anno fa, il Gip-Gup del Tribunale di Varese, emetteva sentenza di “non luogo a procedere” nei confronti di 7 operatori delle due organizzazioni legate a Caritas Ambrosiana che erano stati accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il Gip-Gup Giuseppe Battarino riconosceva che i fondi pubblici concessi dallo Stato alle cooperative, in virtù delle convenzione in essere tra Prefettura e centri di accoglienza, erano stati correttamente impiegati. Inoltre il giudice, contrariamente a quanto sostenuto dalla Procura, appurava che a norma di legge i richiedenti asilo dinegati che avevano opposto ricorso, potevano svolgere tirocini lavorativi e che, non essendo equiparabili a immigrati clandestini, potevano legittimamente stipulare contratti di affitto.

Nella motivazione della sentenza, dunque, il Gip-Gup proscioglieva gli imputati dall’accusa di truffa e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché «il fatto non costituisce reato». Non arrivava così nemmeno a dibattimento una vicenda giudiziaria straordinariamente lunga (circa 10 anni di indagini e 15 udienze preliminari) e dolorosa che ha incrinato vite professionali e ha associato il nome di Caritas a loschi affari del tutto inesistenti.

A seguito dell’inchiesta, dal 2010 le Querce di Mamre, con la onlus la Casa Solidale, ha dovuto lasciare la gestione per conto di Caritas Ambrosiana dei servizi per rifugiati: 5 centri di pronta accoglienza per richiedenti asilo (per un totale di 70 posti) in convenzione con la Prefettura; centri di accoglienza e appartamenti (per un totale di 73 posti) in convenzione con i comuni di Caronno Pertusella, Saronno, Varese, Sesto Calende, Malnate, Cardano al Campo, nell’ambito del programma nazionale di accoglienza SPRAR; uno sportello di accoglienza nell’aeroporto di Malpensa.

In questi anni gli enti pubblici convenzionati hanno continuato a riporre la loro fiducia in Caritas Ambrosiana. Ciò ha permesso a Caritas di continuare sul territorio la propria attività di aiuto nei confronti dei richiedenti asilo, con uno stile e una modalità spesso prese a modello in altre regioni italiane, affidando la rete dei centri e degli appartamenti di “pronta”, “prima” e “seconda accoglienza” a un’altra cooperativa: Intrecci cooperativa sociale onlus. L’organismo diocesano ha perso, invece, la convezione per la gestione dello sportello di accoglienza dell’aeroporto di Malpensa, passato a un’altra organizzazione.

Caritas Ambrosiana ha sempre creduto nella correttezza dei suoi operatori, si è fatta carico delle spese processuali e non ha fatto mai venire meno il proprio appoggio economico e morale. Ora sosterrà la volontà degli operatori della cooperativa “Le Querce di Mamre” e la onlus Casa solidale nel volere appurare le singolari motivazioni che stanno alla base di questa vicenda affinché fatti del genere non accadano più a nessun altro operatore impegnato ad aiutare i più emarginati con professionalità e abnegazione.